E il muggesano chiede di patteggiare un anno e 5 mesi più un risarcimento
CORDENONS. «Mi aspettavo meno avvocati e più gente, sia curiosi che parti civili». È l’efficace sintesi del procuratore di Pordenone Raffaele Tito al termine dell’udienza zero del processo Gaiatto, in cui ha brillato la macchina organizzativa messa in campo da Procura, tribunale, Questura e Prefettura. Polizia, carabinieri, vigili del fuoco hanno vigilato sulla sicurezza del centro Moro di Cordenons per l’udienza preliminare in trasferta, presieduta dal gip Eugenio Pergola.
Era il giorno delle vittime della truffa. Nella lista rossa del cancelliere in pensione Michele Abrignani (cancelliere in pensione) c’erano 1.033 nomi di persone offese. Hanno scelto di presenziare solo 29. In parte per l’imbarazzo di esporsi. In parte perché la prima udienza era dedicata solo all’appello delle parti processuali. Così la maggior parte dei risparmiatori ha affidato ai legali il compito di far sentire la sua voce: 67 gli avvocati che hanno depositato centinaia di costituzioni nei confronti dei 17 indagati e delle tre società coinvolte. Si sono costituiti il Codacons con l’avvocato Daniela Magaraci, il presidente dell’Afue Daniele Pistolesi e il sindaco di Portogruaro Maria Teresa Senatore: la città ritiene di aver subìto un danno di immagine. Riempita solo una delle due sale a disposizione: l’aula consiliare. Vuoto l’auditorium collegato in videoconferenza.
Due indagati hanno chiesto di patteggiare e il procuratore Tito e il pm Monica Carraturo hanno dato il consenso. «Si tratta di due promotori con posizioni marginali – ha precisato il capo dei pm – e hanno già versato i risarcimenti sul conto corrente che abbiamo aperto, intestandolo a nome del procedimento penale». I patteggiamenti saranno formalizzati alla prossima udienza. Il counselor Massimo Baroni, 48 anni, difeso dall’avvocato Andrea Ciccarone, ha concordato 1 anno e 6 mesi pena sospesa e 3 mila euro di multa e un risarcimento di 9 mila euro. Il maestro di tango argentino di Muggia Ubaldo Sincovich, 65 anni, un anno e cinque mesi e 8.500 euro di risarcimento. Baroni è stato l’unico indagato a presentarsi ieri a Cordenons. «Perché non ha nulla da nascondere», ha sottolineato Ciccarone. Gli altri 13 promotori potrebbero seguire la loro strada? Il procuratore è chiaro: chi non risarcisce, non patteggia.
Najima Romani, 31 anni, di Lignano Sabbiadoro, avrebbe voluto partecipare all’udienza, ma è stata sconsigliata «per evitare problemi di ordine pubblico». Alla prossima ci sarà. E Gaiatto sta pensando a un rito abbreviato? «Io sto pensando, spero di pensare bene», ha nicchiato il difensore Guido Galletti. Davanti al giudice Pergola, Gaiatto potrebbe prendere la parola all’ultima udienza.
Si allungano intanto i tempi per l’estradizione dalla Slovenia di Marija Rade, 64 anni, ritenuta un prestanome per tre società di Gaiatto. Pendono due mandati di arresto. «Chiariremo la sua posizione – ha annunciato l’avvocato Damijan Terpin – con carte e la nostra memoria e siamo pronti anche a un interrogatorio».
I termini per la custodia cautelare di Gaiatto scadono il 10 marzo: entro quella data l’udienza preliminare dovrà essere conclusa. Scatterà poi il bivio fra chi sceglierà il rinvio a giudizio e chi l’abbreviato. Appuntamento a sabato 2 marzo, per le eccezioni sulle costituzioni di parte civile. —
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