E il barista può negare l’accesso a chi entra e non consuma

La domanda torna periodicamente: il bar è un pubblico esercizio, quindi chiunque può entrare e chiedere di usufruire gratuitamente del bagno? «La questione è stata già dibattuta da anni - dice...

La domanda torna periodicamente: il bar è un pubblico esercizio, quindi chiunque può entrare e chiedere di usufruire gratuitamente del bagno? «La questione è stata già dibattuta da anni - dice Fabrizio Ziberna della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Trieste - e a dire il vero la soluzione al rebus è piuttosto semplice. Un pubblico esercizio ha l'obbligo, salve rarissime eccezioni, di avere un servizio igienico. Questo servizio è a disposizione dei clienti e l’esercente quindi non può rifiutare al cliente l’accesso al servizio igienico. Però, nel caso di persone che non sono clienti, ha la facoltà di rifiutarlo».

Il barista, quindi, non è tenuto a mettere a disposizione del turista affannato, o del triestino fuori casa e lontano dall’ufficio, la toilette del proprio locale. Al contrario, chiarisce l’associazione di categoria, ha tutto il diritto di negare l’accesso al bagno a chi chiede, o magari pretende, di usare il bagno senza consumare nulla, nemmeno un semplice caffè.

Fin qui, almeno, la legge. Ovviamente, però, in questi casi alla fine entra in campo il buon senso o semplicemente l’abitudine che spinge ad ordinare qualcosa prima e chiedere dove sia la toilette dopo.

In ogni caso, comunque, la legge è chiara: «Se la persona è un cliente non ci si può rifiutare - prosegue Ziberna -. Se invece non è cliente l’esercente può anche rifiutarsi senza rischiare di andare incontro ad alcun tipo di sanzione o provvedimento a suo carico. In altre parole ha tutto il diritto di rifiutare l’accesso». Circostanza che tuttavia, almeno a Trieste, a detta della Fipe in genere si verifica piuttosto di rado. «Posso dire comunque - conclude Ziberna - di non aver mai sentito discussioni del genere in tanti anni che lavoro alla Fipe».

(f.d.)

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