È giallo sullo sposo annegato: sparito il libretto bancario
di Corrado Barbacini
Un libretto bancario con 180 mila euro di deposito e una collana d’oro massiccio.
Ruota attorno a questi due elementi la misteriosa morte di Bruno Rautnik, 61 anni, l’ex barelliere dell’ospedale Maggiore trovato annegato l’altra mattina a pochi metri dalla sommità del Molo Audace. Nel pomeriggio di lunedì avrebbe dovuto sposarsi in municipio con Slavica Arnautovic, 53 anni, cittadina serba conosciuta appena tre mesi fa con la quale conviveva dallo stesso tempo. Un mistero che tocca anche la sala giochi di via Beccaria dove qualche sera prima Bruno Rautnik aveva vinto una cifra consistente alle slot-machine ma che inspiegabilmente aveva regalato quel denaro a un altro frequentatore. «Domenica sera - racconta Slavica in un italiano stentato - Bruno era andato a una cena con gli amici a Barcola. Ma non mi ha mai detto con chi si sarebbe incontrato. So solo - aggiunge con la voce rotta dal pianto - che quella notte è stato trovato privo di sensi riverso un una panchina del lungomare. Lunedì mattina con una mia amica sono andata a prenderlo in ospedale. Quando è arrivato a casa mi ha detto che non aveva più il libretto e la catena d’oro. Non capisco cosa possa essergli successo, chi possa aver incontrato...».
La donna parla di una storia di «un amore tra persone mature». Dice: «Ho conosciuto Bruno perché me lo ha presentato una mia amica. Cercava una donna da sposare. Si sentiva solo. Io sono vedova e quando l’ho visto per la prima volta ho provato simpatia per lui. Bruno mi ha promesso che mi avrebbe sposata entro pochi mesi. Così in breve ho fatto tutti i documenti...».
Lunedì avrebbe dovuto essere la data fatidica. Nel pomeriggio verso le 18 Bruno e Slavica avrebbero dovuto pronunciare il fatidico “sì” in municipio. E lei, che non conosce l’italiano, aveva provveduto anche all’interprete. «È una mia amica che vive da molto tempo a Trieste e conosce l’italiano. Avrebbe fatto anche da testimome».
Ma quella mattina è successo qualcosa di strano, di inconsueto per un uomo che da lì a poco avrebbe dovuto sposarsi. Racconta Slavica: «Quando è tornato dall’ospedale siamo andati all’ufficio postale dove ha ritirato la sua pensione di 1170 euro. Mi ha consegnato, come eravamo d’accordo, la somma di 500 euro. Poi ha detto che sarebbe andato in banca per la questione del libretto e anche a cercare la catena d’oro sparita la sera prima. Non mi ha voluto dire altro. Solo mi ha raccomandato di acquistare una torta e dei fiori per festeggiare il nostro matrimonio e poi dopo essersi cambiato se n’è andato. Io l’ho aspettato fino al pomeriggio. Alle 17 l’ho chiamato al cellulare ma era spento, non raggiungibile. Poi ancora. Alla fine ho avvisato la polizia. Perché avevo paura». E prosegue: «Era contento di sposarsi. Si era comperato un abito elegante che avrebbe dovuto indossare per presentarsi in municipio e anche le fedi d’oro. Non aveva invitato nessuno nè degli amici, nè dei parenti al suo matrimonio. Perché amava la riservatezza. Forse anche per questo non mi ha voluto dire chi aveva incontrato domenica sera». Poi con gli occhi lucidi apre il cofanetto con le fedi d’oro. «Non capisco cosa possa essere successo. Non credo che abbia voluto uccidersi gettandosi in mare. Piuttosto penso a un malore. Bruno soffriva di diabete e camminava con difficoltà. Per questo sono convinta che sia caduto in acqua. Non so cosa farò in futuro. Per ora rimango a Trieste. Posso vivere qui nell’appartamento. Bruno mi aveva concesso in novembre di abitare in questa casa. Mi aveva anche detto che dopo il matrimonio sarei diventata proprietaria per metà».
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