E' Dipiazza il più ricco del municipio di Trieste

Il sindaco domina la sfida dei redditi a Palazzo vantando un lordo complessivo di poco inferiore al mezzo milione di euro l’anno. In 16 superano il tetto dei 50mila. Nello scorso mandato gli “over 50” erano 26
Roberto Dipiazza
Roberto Dipiazza

TRIESTE Spaccone o decisionista? Egocentrico o generoso? Un filo maleducato o semplicemente verace? Smarcato dai partiti o succube della Lega? Sulle spalle di Roberto “Terzo” grandinano epiteti, nel bene e nel male. Tutto si può dire di lui - a seconda di come la si pensi, anzi di come la si voti - fuorché probabilmente una cosa, e cioè che il sindaco in carica faccia politica per soldi. Senza arrivare a giurarci, ma almeno per presumerlo ragionevolmente, bisogna provare, provare a guardare la sua dichiarazione dei redditi, per credere.

 

Municipio di Trieste, le 10 curiosità della dichiarazione dei redditi 2015

 

Con un reddito complessivo lordo che sfiora il mezzo milione l’anno (479.635 euro) Roberto Dipiazza è di gran lunga il più ricco degli attuali 50 titolari di poltrona in Municipio, fra i 39 consiglieri comunali, i nove assessori e la coppia costituita dallo stesso sindaco e dal suo vice Pierpaolo Roberti, che siedono sia in giunta che in aula: il primo per legge e il secondo per uno strappo alla regola, o meglio alla consuetudine, voluto dal Carroccio. In comune hanno la doppia poltrona, insomma, ma di certo non il portafogli. Due galassie lontane, se è vero che l’impiegato contabile Roberti, l’altro anno, ha guadagnato 22.628 euro lordi: un imponibile che - tolte l’imposta netta e le addizionali Irpef regionale e comunale - dà un reddito netto indicativo di 18.587 euro, già sgravato dalle trattenute previdenziali. Fanno 14 mensilità da circa 1.330 euro, considerando tredicesima e quattordicesima. Si può ipotizzare che il vicesindaco si rifarà l’anno a venire, quando potrà vantare pure i rimborsi da assessore e consigliere a partire da luglio. Mai però si potrà avvicinare, neanche col pensiero, al suo superiore. I 479.635 euro lordi complessivi di Dipiazza corrispondono a 453.861 imponibili, che diventano 256.373 netti. Roba da 21.364 euro al mese volte dodici. Circa 400mila lordi gli vengono dalla sua Dipiazza Roberto Immobiliare Sas, che gestisce gli introiti derivanti dall’affitto pluriennale dei suoi ex supermercati all’Aspiag Despar. Il resto è farina della Regione, dal momento che fino alla rielezione in Municipio è stato consigliere in piazza Oberdan.

Dipiazza, insomma, incarna il cavallo di battaglia del Cav Berlusconi, che s’è dannato per una vita a prendersela con i professionisti della politica. Questo e molti altri dettagli sono contenuti nell’elenco delle dichiarazioni dei redditi 2016, relativi al 2015, che eletti e nominati hanno depositato di recente negli uffici di piazza Unità come vuole la normativa sulla trasparenza dei soggetti con incarichi pubblici. Alle spalle del sindaco, ma molto alle spalle, ecco al secondo posto la presidente della Provincia “in liquidazione” e professoressa Maria Teresa Bassa Poropat, che si accontenta di 153.114 euro lordi complessivi (non meno di 6.500 netti al mese), mentre sul podio troviamo l’evergreen Roberto De Gioia con 110.496 euro, lordo complessivo che però è frutto di una stima data dal totale di più frazioni di reddito in quanto nella documentazione da lui presentata non c’è il quadro riassuntivo, il che rende impossibile pure la verifica di imponibile e imposte dovute. Con De Gioia si chiude il novero, ristrettissimo, degli “over 100mila”. Che sono, appunto, solo tre su 50. Nella passata consiliatura erano il doppio: sei, anche se nessuno era ricco quanto dimostra di esserlo Dipiazza ora. Gli “over 50”, a loro volta, diminuiscono sensibilmente da 26 ai 16 attuali, segno che il Consiglio comunale e la giunta conseguenti alle elezioni di giugno hanno dispensato una classe dirigente più “pop”. A darne una misura è la posizione dell’ex sindaco Roberto Cosolini, che l’anno scorso era 14.mo per “benessere” e stavolta, pur confermando sostanzialmente le entrate personali con 77.192 di reddito complessivo ( 3.500-4.000 euro netti al mese) scala all’11.mo posto.

Un capitolo a parte lo meritano i due giovani avvocati berlusconiani Alberto Polacco e Andrea Cavazzini, che nel 2015 hanno dichiarato appena 655 e 427 euro di reddito complessivo: in realtà i loro guadagni vanno desunti dalle tabelle sul regime fiscale agevolato per l’imprenditoria giovanile, che assegna loro rispettivamente un lordo totale indicativo di 31.818 e 25.953. Nessuna dichiarazione, invece, nemmeno “speciale” come nel caso di Polacco e Cavazzini, per i leghisti Antonio Lippolis e Michele Claudio, gli unici due sui 50 politici in lista a non aver depositato alcunché. Al posto del link, sul sito del Comune, in corrispondenza della loro casella compare un unico termine: “esonerato”. Dal deposito dei dati ovviamente, non dal Consiglio.

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