È del pusher triestino il cadavere nel canale

Svelata dall’autopsia l’identità del corpo trovato a Mestre. Presbiteri De Lassis è rimasto in acqua almeno quindici giorni

TRIESTE Il cadavere di Diego Presbiteri De Lassis, 42 anni di Trieste, è rimasto nel canale di scolo di via Scantamburlo a Campalto, poco distante da Mestre, almeno quindici giorni. Le ferite riscontrate dal medico legale, sul collo dell’uomo, sono compatibili con l’impatto contro rami e radici che ci sono lungo un tratto del canale. Ma il dottor Antonello Cirnelli che ha eseguito l’autopsia, non può stabilire, in questo momento, se quelle ferite siano state causate o meno da armi da taglio. Iniziati anche gli esami tossicologici.

I risultati di questi arriveranno solo fra una ventina di giorni. Per gli elementi raccolti, fin qui, la polizia ipotizza che non si sia trattato di una morte violenta causata da altre persone. Gli investigatori ora stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo, tentando anche di risalire all’identità delle persone che potrebbe aver visto o contattato mentre si trovava a Mestre.

Un risultato che gli inquirenti sperano di centrare anche grazie all’analisi del traffico telefonico sul numero di cellulare intestato al triestino. La pista più seguita, al momento, è quella che porta agli spacciatori tunisini che, a Mestre, controllano la gran parte del mercato dell’eroina. Alla sostanza stupefacente, infatti, porterebbero le due siringhe ritrovate nell’auto del 42enne.

Il cadavere è stato trovato lunedì mattina verso le 10.45 nel canale di scolo che costeggia via Scantamburlo, una strada chiusa che porta all'impianto dell'idrovora di Campalto. Poco distante dal luogo del ritrovamento, alcune centinaia di metri, è stata rinvenuta l'auto dell'uomo: all'interno c'erano anche due siringhe. Addosso all'uomo è stata trovata la carta d'identità e ieri, attraverso elementi forniti dalla famiglia, è stato possibile stabilire on certezza che si tratta di Diego Presbiteri De Lassis, un triestino di 42 anni, con problemi di droga e alcuni precedenti, tra i quali proprio lo spaccio di sostanze stupefacenti. L'ultima sua condanna risale al giugno del 2010: 8 anni e 10 mesi dopo essere stato sorpreso, l'anno prima, con un chilo e 750 grammi di hashish.

L'allarme è scattato quando un anziano, percorrendo la strada in bicicletta, ha visto affiorare dal canale qualcosa che assomigliava a un manichino. Così, dopo qualche pedalata, l'anziano in via Sabbattino ha incontrato una pattuglia dei vigili urbani i quali si sono recati sul luogo dell'avvistamento, scoprendo che si trattava di un cadavere. Per il recupero della salma sono quindi intervenuti i vigili del fuoco, mentre per le indagini sono arrivati i poliziotti della Squadra mobile. Questi ultimi si stanno occupando delle indagini.

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