E da gennaio scatta la “rivoluzione Isee”
Da gennaio si cambia, stavolta sul fronte affitti: per calcolare il canone mensile dovuto all'Ater sarà necessario presentare l'Isee, non basterà più la semplice autocertificazione reddituale. L'imponibile Irpef non è sufficiente. È una delle più rilevanti novità che toccano da vicino gli inquilini, contenute nelle ultime due leggi regionali che regolamentano il settore. «Vero - conferma il direttore Antonio Ius - per la valutazione della condizione economica del nucleo familiare il reddito è soltanto uno dei fattori». La quantificazione tariffaria verrà quindi misurata, con differenti percentuali, anche sul patrimonio mobiliare e immobiliare, ma non solo. D'ora in avanti la quota terrà conto pure delle condizioni socio-sanitarie della famiglia: la presenza di un disabile, ad esempio, determina una riduzione. Così come la composizione del nucleo familiare. «Le persone sono state già chiamate a presentare l'Isee - chiarisce Ius - proprio in prospettiva delle nuove modalità. Anche perché la stragrande maggioranza degli enti pubblici che erogano forme di sostegno, ormai chiede questo tipo di documento. Dall'università alle mense, compresi i contributi comunali, il metro di valutazione per accedere ai servizi ormai è questo». Il nuovo corso non inciderà sulle tasche dei cittadini. «No - puntualizza il dirigente - le persone non pagheranno di più, anche perché il bilancio di previsione dell'Ater, già verificato assieme al collegio dei revisori, stima per le entrate da affitto addirittura un dato leggermente inferiore. Sono 18 milioni di euro, in virtù anche dello sgravio del pagamento Tasi ai Comuni - precisa - e ciò coincide con i 18 milioni attesi annualmente. Quindi confidiamo di mantenere i 134 euro medi, anzi forse addirittura qualche euro in meno. Certo - aggiunge - ci sarà qualcuno che in virtù della propria condizione economica, così riformulata, pagherà un po' di più e altri un po'di meno. Ma non ci aspettiamo cambiamenti sostanziali, le stime sono già state fatte. Quel che va detto è che ci sarà una più equa distribuzione». L'Ater non abbassa la guardia nemmeno sul fronte "furbetti", cioè chi ha dichiarato redditi inferiori a quelli percepiti realmente. «I controlli - sottolinea Ius - sono in atto da anni e non si fermano. A volte troviamo persone disoneste a cui ci limitiamo a comminare della sanzioni amministrative, altre volte i casi vengono segnalati alla Procura perché, vista l'entità, possono avere rilevanza penale».
g.s.
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