È allarme ospedali, 19 milioni in meno

L’annuncio del dg Pilati. Romoli: «Taglio micidiale, questa è macelleria». Riunione a porte chiuse, cittadini infuriati
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 18.04.2014 Parcheggio Ospedale - Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18.04.2014 Parcheggio Ospedale - Foto Pierluigi Bumbaca

Punto nascita chiuso. E non è una novità. Ma la riforma sanitaria ha finito con l’impoverire anche il reparto di Pediatria. Tant’è che il sindaco Ettore Romoli non esita a definirla una Pediatria dimezzata, sulla scorta anche delle proteste (sempre più forti) di tante mamme che si ritrovano ad essere spedite, con il proprio pargolo malato, a Monfalcone se non addirittura al Burlo Garofolo a Trieste. E la rabbia sale. «Il reparto è stato scarnificato - tuona Genj Furlan, presidente del comitato “Voglio nascere a Gorizia” -. Il personale fa quello che può ma a mancare sono persino le dotazioni. Purtroppo, su questo tema, abbiamo incassato delusioni cocenti su tutti i fronti. Gorizia è finita in serie B. Le signore Serracchiani e Telesca sono riuscite nel loro intento». E segnalazioni di un reparto che funziona a singhiozzo sono arrivate alla nostra redazione da parte di genitori che definire “incavolati” è un eufemismo.

Il sindaco è pronto a dare battaglia. «Ricordo ancora le rassicurazioni di Serracchiani e Telesca quando incontrarono il Consiglio comunale. Rassicurarono l’uditorio che sarebbero rimasti gli ambulatori di Pediatria e Ginecologia. Ma focalizziamo l’attenzione su Pediatria. Il servizio chiude alle 18: qualsiasi cosa accada dopo questo orario ci si deve rivolgere a Monfalcone secondo i protocolli oppure ad un altro ospedale regionale. Ho chiesto al direttore generale dell’Ass unica Giovanni Pilati di prorogare la chiusura almeno sino alle 20: ritengo sia una maniera per venire incontro alle necessità di mamme e figli». Altra necessità richiesta con forza dai genitori goriziani e fatta propria dall’amministrazione comunale è la necessità di predisporre un Pronto soccorso pediatrico. È capitato molte volte che, soprattutto nei fine settimana (quando i pediatri di libera scelta sono, nella maggior parte, irreperibili), mamme e papà dovessero rivolgersi alla Guardia medica per un forte attacco febbrile o altri disturbi del proprio bambino.

Romoli va oltre. «Poi, la Pediatria deve diventare un servizio effettivo, non dimezzato. Si dia vita a un protocollo per il quale le impellenze “normali” vengono gestite a Gorizia mentre soltanto i casi più complicati o eccezionali vengono girati al Burlo Garofolo. Sia chiaro: noi saremo implacabili su tutto ciò che riguarda l’urgenza. Su tutto il resto, siamo disposti a ragionare».

Sullo sfondo la mozione dell’assessore comunale Francesco Del Sordi che sarà discussa in una prossima seduta del Consiglio comunale. «La scelta unilaterale, immotivata ed ingiustificata di chiudere solo il Punto nascita di Gorizia, operata dalla Giunta regionale nel luglio del 2014, paventando rischi per la salute di madri e nascituri irreali e non supportati da dati oggettivi, ha esposto i cittadini goriziani in età pediatrica a rischi non accettabili - attacca l’assessore -. Ancor più irragionevole e priva di qualsivoglia motivazione tecnico scientifica, è la contemporanea chiusura dei reparti di pediatria e ginecologia. Tale popolazione censita al 31/12/2014 in 4092 bambini (solo a Gorizia) è oggettivamente numerosa e sguarnire un presidio sanitario di riferimento per molti altri Comuni rappresenta un vero e proprio rischio per la salute della fascia che per antonomasia è la più debole. A questa cifra si deve sommare tutta la popolazione pediatrica che gravita sulla città durante il periodo scolastico per la presenza di bambini e ragazzi provenienti da fuori Comune e frequentanti scuole materne, elementari, medie e superiori».

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