Durnwalder “choc”: la nostra autonomia spinta dai terroristi
Il presidente della Provincia di Bolzano: «Non partecipiamo alle celebrazioni perché con il cuore non siamo italiani»
TRIESTE. Mentre in tutta la penisola si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia, nel “Sudtirolo” (pur all’interno dei confini italiani)) si celebrano i terroristi del separatismo altoatesino. «Si deve non solo a loro, ma anche a loro - afferma il presidente della Provincia di Bolzano e presidente di turno del Trentino-Alto Adige, Luis Durnwalder - se oggi godiamo della più ampia autunomia». Tra il 1956 e il 1988, 361 attentati hanno causato 21 morti (di cui 15 appartenenti alle forze dell’ordine, due cittadini e 4 terroristi) e 57 feriti.
Presidente, lei ha affermato che gli attentati sono stati utili per attirare l’attenzione su un problema grave?
Lo confermo, bisogna studiare meglio quel periodo. Non dobbiamo glorificare, ma nemmeno criminalizzare. Si trattava di persone che avevano perso la pazienza di fronte a una grave ingiustizia. È stato un metodo estremo, ma era anche l’ultima possibilità per manifestare al mondo la nostra situazione. Molti dicono che dobbiamo a loro l’autonomia dell’Alto Adige, io penso che è anche grazie a loro se le trattative con lo Stato italiano sono andate avanti.
Lei non ha voluto partecipare alle manifestazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia e ha avuto un duro scambio d’opinioni con il Presidente Napolitano
Alla fine ci siamo chiariti e il Presidente ha apprezzato molto il fatto che io abbia detto che ammiro e rispetto la Costituzione italiana. La festa della Repubblica il 2 giugno l’ho celebrata perché è giusto sottolineare il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Ma le celebrazioni per l’unità d’Italia non mi piacciono perché glorificano anche gli Anni Trenta, Quaranta e Cinquanta durante i quali noi eravamo discriminati e oppressi dal Governo italiano. Abbiamo fatto un sondaggio tra la nostra componente tedesca sull’opportunità o meno di partecipare alle celebrazioni e l’87% ha risposto che era meglio di no. Non si può pretendere che tutti i cittadini italiani siano italiani anche con il cuore.
Oggi in Alto Adige la disoccupazione è quasi assente e il Pil è tra i più alti d’Italia, ma si dice che la componente italiana sia discriminata
Non è assolutamente vero. Gli italiani al pari dei tedeschi usufruiscono dell’ottimo livello dei nostri ospedali, delle nostre scuole, dei nostri servizi pubblici.
Merito dell’autonomia che permette che il 90% dell entrate fiscali rimangano in Alto Adige o della mentalità tedesca?
Di entrambe. Certo nel Sudtirolo non esiste persona che non lavori perché si vergognerebbe di non farlo. E poi anche i contadini non sono semplici fornitori di prodotti agricoli, ma partecipano alla vita civile e sociale.
Avete chiesto a Vienna di poter avere anche la cittadinanza austriaca
Alcuni docenti universitari stanno studiando la questione. Ma il problema è di difficile soluzione perché con il doppio passaporto finiremmo per poter vantare solo diritti quali votare o fare la carriera diplomatica in Austria e non avere alcun dovere, non pagare nessuna tassa a Vienna.
Il suo obiettivo finale è giungere al referendum per l’annessione dell’Alto Adige all’Austria?
Per l’autodeterminazione prevista dalle legislazioni internazionali non c’è bisogno di referendum, ma l’autodeterminazione non può essere fatta valere finché l’Italia rispetta, come sta facendo, la nostra autonomia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo