«Duplice omicidio»: il gip riapre a Trieste il caso del pianista

Nel 2007 la morte di Lisini e della ballerina ceca: per i legali delle famiglie fu duplice omicidio. Indagini affidate alla Mobile
sterle trieste 21 01 09 mafalda orel la madre del defunto massimiliano lisini
sterle trieste 21 01 09 mafalda orel la madre del defunto massimiliano lisini

Si sta lentamente aprendo uno spiraglio sulle indagini per la morte del pianista Massimiliano Lisini, 41 anni, e della ballerina ceca Andrea Dittmerova, di 23. Innanzitutto è stata rigettata per la terza volta la richiesta di archiviazione dell’inchiesta avanzata dal pm Giorgio Milillo. Sono passati più di 5 anni e ancora su quel caso pesano degli interrogativi, soprattutto da parte dei difensori delle famiglie delle vittime. Un caso che si arricchisce di nuovi dettagli. Omicidio-suicidio secondo gli inquirenti. Duplice omicidio secondo gli avvocati Luciano Sampietro e Giovanni Di Lullo che rappresentano rispettivamente la famiglia della giovane e quella del musicista. Il gip Raffaele Morvay adesso ha disposto che le indagini passino dai carabinieri alla squadra Mobile della polizia. Saranno riesaminati tutti gli elementi-chiave del “giallo” ma anche quelli apparentemente meno significativi. Un omicidio-suicidio che sta prendendo la forma di un duplice delitto, dopo una nuova e attenta lettura. Sul caso, una ferita mai rimarginata, c’è uno strettissimo riserbo. I fatti risalgono al 2007. Il 17 luglio Lisini venne trovato nei pressi di Monte Grisa asfissiato all’interno di una macchina presa in prestito dalla sorella dell’ amico e socio, Massimiliano Campisi. Un tubo flessibile collegato alla marmitta aveva riempito l’abitacolo di monossido di carbonio. Andando a casa sua, i carabinieri allora trovarono la ballerina ceca riversa sul letto, senza vita e in avanzato stato di decomposizione. Il gas aperto, le finestre sigillate. «Manca il movente, – sottolinea Sampietro – manca una spiegazione al fatto che la macchina aveva tre portiere chiuse dall’interno e una terza aperta e con il “pomolino” alzato». E ancora: «Come fa uno che ha preso 80 pastiglie di ansiolitico a guidare fino a Monte Grisa e a mette in atto quel sistema?».

Molti dubbi assalgono anche l’avvocato incaricato dalla madre di Lisini: «Perché – s’interroga Di Lullo - volendo uccidere la ragazza avrebbe lasciato aperto il gas dell’appartamento mettendo a repentaglio tutti i condomini?». C’è poi un altro dettaglio che getta una nuova ombra sul caso secondo i due avvocati. Il pianista al momento del ritrovamento indossava costume e i sandali da bagno oltre e aveva in macchina il telo da mare. «Uno non si prepara per andare al mare e poi si toglie la vita», osservano. Ma i carabinieri del comando di via dell’Istria che avevano condotto fino ad oggi le indagini, ritengono di aver dato un risposta per tutti questi quesiti. Secondo la procura e i carabinieri, Lisini avrebbe prima ucciso la ragazza e poi si sarebbe suicidato. La ragazza era arrivata a Trieste dalla Repubblica Ceca l’11 luglio del 2007. Attraverso Campisi, che gestiva una palestra a Opicina ma che faceva anche da tramite tra ballerine dell’Est Europa e i night sloveni (oggi l’uomo vive nella Repubblica Ceca), la Dittmerova aveva trovato ospitalità a casa di Lisini. «Chi curava i contatti tra le ballerine e i locali notturni – spiegano i carabinieri – aveva chiamato la giovane poco dopo il suo arrivo per farla ripartire per l’Olanda dove la attendeva un lavoro migliore. Non è escluso che Lisini non abbia accettato la sua nuova partenza». Sulla questione delle tre portiere chiuse dall’interno e di una invece aperta, i carabinieri hanno verificato che Lisini, dopo aver subito il furto di un borsello, lamentava con la proprietaria alcuni problemi al meccanismo di apertura. Quando i carabinieri l’hanno trovato senza vita, l’uomo all’interno della Lancia Lybra non era legato. ma il suo telefono cellulare non è mai stato trovato. E quelle 80 pastiglie di ansiolitico? Lisini le aveva acquistate l’11 luglio 2007 in una farmacia di Sesana. In casa sua, al momento del ritrovamento del cadavere della Dittmerova, sono state trovate le scatole e i blister vuoti del farmaco. Accanto una bottiglia di vodka. Secondo gli inquirenti le potrebbe aver prese non prima di partire per Monte Grisa ma una volta arrivato sul posto, dopo aver collegato il tubo alla marmitta.

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