Duomo di Gradisca Parte a giugno il primo intervento di sistemazione

Luigi Murciano / Gradisca
Maquillage in vista per il Duomo di Gradisca d’Isonzo. La “chiesa madre” della Fortezza sarà interessata nei prossimi anni da un importante intervento in due fasi, il primo dei quali partirà già ai primi di giugno.
La prima tranche di intervento riguarderà nella fattispecie solamente opere esterne, a partire dal rifacimento delle coperture e la loro messa in sicurezza, la sistemazione del sagrato e delle vetrate, le ritinteggiature della facciata. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di via Bergamas necessita in particolare di un adeguamento strutturale del lato che dà sulla via Battisti, che sarà interessato dalla collocazione di alcuni “contrappesi” che bilancino la stabilità dell’edificio e ne scongiurino futuri cedimenti. «Si tratta del primo e più corposo intervento sul Duomo dai tempi del suo restauro del 1980», spiega il parroco dell’Unità Pastorale del Santissimo Salvatore, don Gilberto Dudine. L’intervento, da complessivi 350 mila euro, è stato finanziato in parte dalla Regione – con un contributo ad hoc di 100 mila euro –, in parte dalla Curia attraverso i proventi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica e in parte dalla stessa parrocchia gradiscana. Il primo lotto avrà durata di 4 mesi e se tutto andrà bene si concluderà entro l’arrivo dell’autunno. Potrebbe essere particolarmente invasivo non tanto su via Bergamas, pedonale, quanto sulla Ztl di via Battisti che dovrebbe vedersi restringere la carreggiata per tutta la durata del cantiere, tanto da perdere alcuni parcheggi.
La progettazione è dello studio gradiscano Roberto Ferigutti, la direzione lavori dell’architetto cormonese Claudio Perin. «Una seconda fase, in programma l’estate ventura, riguarderà invece gli interni – conferma don Dudine –: dall’impiantistica, al rifacimento dell’impianto di riscaldamento, ad altre rifiniture».
Il Duomo di Gradisca d’Isonzo dedicato ai santi Pietro e Paolo è la principale chiesa di Gradisca d’Isonzo. Un documento del 1342, conservato presso l’archivio dell’Arcidiocesi di Udine, testimonia che in quell’anno, veniva edificata una chiesa, ma restano dubbi sulle ipotesi che tali opere riguardassero la fondazione o una ristrutturazione. Certo è che l’edificio religioso era dedicato a San Salvatore e che i Longobardi, con la loro conversione al cattolicesimo, erano soliti attribuire tale titolo a numerosi edifici sacri. Ciò fa ritenere che la primitiva chiesetta sia stata effettivamente costruita dai Longobardi e, successivamente, nel 1342, ristrutturata ad opera del Capitolo di Aquileia. Nel corso dei secoli la costruzione ha subito numerose trasformazioni e restauri. Nel 1789, con l’istituzione della diocesi di Gradisca, la Chiesa parrocchiale di San Salvatore diventò cattedrale e fu dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo.
La facciata tripartita, costruita in pietra del Carso su disegno di Paolino Zuliani, segue la suddivisione interna a tre navate e risale al periodo 1752-1758. Il campanile è stato edificato tra il 1644 e il 1666, in sostituzione dell’originaria campana, che si trovava sopra la facciata principale. Fa parte integrante della chiesa, la cappella Torriana, originariamente cappella privata della nobile famiglia della Torre. –
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