Duomo di Gorizia, stop al restauro

Contestati dalla Soprintendenza ai beni artistici e architettonici i lavori che dovrebbero interessare una sacrestia. Don Sinuhe Marotta: «Mi auguro che la situazione si sblocchi presto. Si è già perso parecchio tempo»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Scalinata Duomo restaurata
Bumbaca Gorizia Scalinata Duomo restaurata

Don Sinuhe Marotta, parroco del Duomo, non vuole farlo diventare un caso. E rilascia dichiarazioni misurate e caute ma si capisce che un po’ di preoccupazione c’è. A cosa ci riferiamo? La Soprintendenza ai beni artistici e architettonici ha impresso, di fatto, uno stop ai lavori che stanno interessando il Duomo di Gorizia: un maxi-restauro da quasi 900mila euro stanziati parzialmente dalla Regione. In particolare, a non convincere l’organo di tutela è il restauto di una sacrestia. Le capriate sarebbero il “nodo del contendere” e proprio queste perplessità hanno fatto sì che il definitivo via libera della Soprintendenza ancora non è arrivato.

«Non posso che auspicare una rapida conclusione dei lavori - spiega don Sinuhe -. Pur consapevoli che la Soprintendenza deve salvaguardare il patrimonio artistico e architettonico, la questione si trascina ormai da parecchi mesi». Il rischio, insomma, è che il cantiere si blocchi. Con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. L’operazione-restauro, lo ricordiamo, ha riguardato l’intero complesso architettonico che si affaccia su Corte Sant’Ilario e che ingloba la chiesa metropolitana, le sacrestie e la cappella di Sant’Acazio. Almeno per quanto riguarda la chiesa, l’intervento è, di fatto, completato. I lavori sulla facciata sono pressoché completati così come il radicale rifacimento delle grondaie. «È bene considerare che un intervento su beni che sono frutto di stratificazioni e lavori che vanno dal 400 alla prima guerra mondiale non è affatto semplice», evidenzia don Marotta.

Il Duomo, dedicato a Sant’Ilario di Aquileia e a San Taziano, è la principale chiesa di Gorizia e cattedrale dal 1752. L’esterno attuale è in buona parte su progetto di Emilio Karaman, che si ispirò a Max Fabiani: i lavori si conclusero nel 1924. Il campanile fu costruito nel 500, ed era originariamente ricoperto da una cupola, rimpiazzata appena nel 1865 dall’attuale cuspide piramidale. Intorno al 1920 la cella campanaria fu aperta con bifore. La facciata è a capanna, con uno spezzone di timpano. Il portale centrale è sormontato da due lesene. Sopra, una mensola con una statua della Madonna risalente al 1887.

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