Duke, lo spettro del fallimento

I 57 dipendenti attendono ancora i soldi della “cassa”, lunedì confronto in Provincia
Di Silvio Maranzana
Lasorte Trieste 04/10/12 - UIL, Incontro Sindacati Lavoratori Duke
Lasorte Trieste 04/10/12 - UIL, Incontro Sindacati Lavoratori Duke

Altri 57 lavoratori in una strada a fondo cieco. A Trieste la crisi si estende dal settore siderurgico a quello alimentare e colpisce aziende tradizionali e che hanno fatto la storia degli ultimi decenni della città. Ieri si sono riuniti in assemblea i dipendenti del salumificio Duke Grandi marche per tentare di uscire da una situazione kafkiana. «Fino a poco fa ci chiedevano di fare gli straordinari per poter soddisfare i numerosi ordini - la lamentela generalizzata - poi improvvisamente il blocco della produzione per mancanza di liquidità». Da luglio sono tutti senza paga, è stato dato l’ok al trattamento di cassa integrazione straordinaria, ma i soldi non sono ancora arrivati. Lunedì il “caso Duke” approderà allo Sportello conflitti del lavoro in Provincia «poi - hanno annunciato i sindacalisti Elio Gurtner (Cgil) e Vincenzo Timeo (Uil) - cercheremo di coinvolgere la Regione e il Prefetto, ma siamo pronti anche a scendere in strada a fianco della Sertubi».

Ma ciò che non va proprio giù ai rappresentanti sindacali, oltre che agli stessi lavoratori, è il comportamento dell’azienda «che sfugge a qualsiasi confronto» e che avrebbe messo in vendita un terreno e alcuni macchinari, in particolare un’insaccatrice che sarebbe stata pubblicizzata sul web al prezzo di 70mila euro. «Stanno vendendo i gioielli di famiglia», un’altra delle accuse. Il caso Duke Grandi Marche rappresenta per qualche verso un punto finale della parabola discendente di una delle famiglie più influenti di Trieste, la famiglia Prioglio, presente in città fin dal 1903 e da sempre attiva in particolare nel commercio di carni. Poco più di un mese fa è morto Roberto Prioglio, per 21 anni presidente degli spedizionieri del porto. Fino all’inizio degli anni Duemila aveva guidato un copicuo traffico di animali vivi dal Porto Vecchio. Proprietario della Duke Grandi Marche è il fratello Francesco che ha 81 anni. «Non si è mai presentato alle trattative, inviando rappresentanti privi di deleghe - hanno accusato Gurtner e Timeo - l’azienda avrebbe ancora un mercato, potrebbero venir trovati partner o acquirenti, ma sembra che l’interesse della proprietà sia unicamente quella di arrivare al fallimento senza riguardi per la sessantina di persone che finiscono sulla strada, alcune con anzianità aziendale di oltre vent’anni». La Duke, che produce in particolare prosciutto cotto e wurstel, riforniva a Trieste i supermercati delle Cooperative operaie, ma la maggior parte dei suoi clienti erano al Sud, in Sicilia, Calabria e Puglia. La crisi economica che ha colpito pesantemente il Meridione avrebbe bloccato gli ordini e anche i pagamenti arretrati, la banca di riferimento avrebbe chiuso i rubinetti del credito e Duke grandi marche sarebbe rimasta senza liquidità per comprare i maiali in Olanda e Belgio con cui fare i salumi. Una ricostruzione della crisi, palesatasi all’improvviso, che non convince i sindacati. I dipendenti hanno un solo desiderio: riprendere a lavorare. «Ma temo che là dentro non ci torneremo più», ha commentato amaramente uno di loro.

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