Duino, «la strada è mia e la chiudo». Ma i residenti si ribellano
DUINO AURISINA. Ha bloccato una strada che serve a 38 famiglie sistemando una lunga fila di pesanti secchi di cemento saldati uno all’altro con delle sbarre di ferro. Ha messo questo “confine” perché - paradossalmente - la strada che serve centinaia di persone è di sua proprietà, avendola pagata di tasca propria.
Si chiama Moreno Rizzi e ieri mattina, pur tra le proteste degli abitanti, ha deciso di passare alle vie di fatto chiamando fabbri e muratori. È successo a Duino, lungo la strada che dalla statale Monfalcone-Trieste costeggia il confine con la pizzeria «Da Ciro».
Chi era lì ha protestato, anche con veemenza. È arrivato il sindaco Vladimiro Kukanja. Ci sono stati momenti di forte tensione. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai poliziotti e dai carabinieri. Così per oltre tre ore, poi attorno alle 13, i responsabili delle forze dell’ordine, dopo l’invito del sindaco, sono passati all’azione e hanno parzialmente rimosso il blocco stradale, abusivo per il codice, ma ritenuto assolutamente legittimo dal proprietario del terreno, Moreno Rizzi.
Dice: «Quest’area è mia dal 2001. Da quando un giudice ne ha stabilito la proprietà». Spiega che aveva acquisito quei metri quadri (quattromila, che ora servono agli abitanti per accedere alle loro case) dopo il fallimento della cooperativa che aveva edificato l’intera area. E da allora la vicenda si trascina in Tribunale.
«Lo abbiamo portato davanti al giudice un sacco di volte perché non vuole farci passare», dice un abitante delle villette a schiera, che spiega: «Questa strada faceva parte delle opere di urbanizzazione e 25 anni fa il Comune, quando sono state cosruite le case, se n’è infischaito e così la vicenda si è trascinata avanti. C’è gente che ha bisogno di cure quotidiane come la dilasi e le ambulanze non riescono a transitare. Non passano nemmeno i mezzi dei vigili del fuoco. Questa - ribadisce l’abitante - è una strada privata ad uso pubblico e non possono portarcela via. Non sappiamo come tornare a casa nostra. È assurdo».
Perentorio l’intervento del sindaco Kukanja: «La strada non può essere chiusa per ragioni di sicurezza. Faremo rimuovere i blocchi». E così è successo. Ma ora la palla passa ancora ai giudici, civili e penali.
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