Duino, la risposta dei senegalesi: "Proteste assurde. Siamo gente seria ed esigiamo rispetto"

DUINO AURISINA. «Comperare un immobile da un privato è un nostro diritto. Pretendiamo rispetto per le nostre scelte, perché noi siamo i primi a rispettare gli altri». Non si è fatta attendere la decisa replica di Amadou Fall, segretario generale e tesoriere della Confraternita religiosa dei “mouride” senegalesi in regione, intenzionati ad acquistare l'ex mobilificio Arcobaleno di Duino, per farne la loro “casa”.
Al secco no al loro insediamento, maturato nel corso della pubblica assemblea dei cittadini di sabato, al castello dei Principi di Torre e Tasso, Amadou Fall contrappone un ragionamento altrettanto puntuale: «A Trieste ci raduniamo da anni, alla domenica, in via Donizetti, nella sede della Banca etica, per le nostre preghiere e non è mai successo niente. Al Palasport di Chiarbola - ricorda - abbiamo organizzato un raduno nazionale, con circa 3mila persone, ed è andato tutto liscio. Non riesco a capire - sottolinea - perché a Duino ci sia questai reazione da parte dei residenti».
I “mouride” vorrebbero realizzare, inizialmente, nell'ex mobilificio, tre o quattro appartamenti per altrettante loro famiglie («ma l'allestimento dipenderà dai soldi che riusciremo a mettere insieme»), una foresteria «per accogliere i nostri capi religiosi in visita» e un'area comune, che Amadou Fall definisce «ricreatorio». «È questo il termine più appropriato al nostro progetto - precisa - perché in quell'edificio intendiamo pregare tutti assieme alla domenica e, negli altri giorni, svolgere attività culturali».
I numeri. I senegalesi sono un migliaio in tutta la regione, circa 700 seguono la regola “mouride”. A Trieste ce ne sono circa 150 e molti a Duino temono che possano riversarsi nell'ex mobilificio alla domenica e nei giorni di festa religiosa del calendario musulmano, creando disordini. Fra l’altro è impossibile stabilire con largo anticipo quando ricorrono le festività religiose dei mouride «perchè seguiamo le fasi lunari - evidenzia Fall - in base a un calendario diverso da quello dei cristiani».
Il rappresentante della comunità senegalese fa fatica a capacitarsi di una situazione per lui assurda: «Non vogliamo essere messi nella condizione di dover elemosinare un nostro diritto sancito nella Costituzione italiana. Molti di noi hanno la cittadinanza italiana - insiste - e hanno la capacità economica di fare da garanti nelle banche alle quali ci rivolgeremo per ottenere un mutuo».
Il tesoriere dei “mouride” rilancia così: «Volendo vedere la situazione da un altro punto di vista - osserva - il nostro arrivo porterebbe anche un ritorno economico, perché pagheremo le tasse, compreremo cibo e bevande, vestiti, frequenteremo i locali pubblici, le scuole, utilizzeremo il trasporto pubblico. In Senegal, Paese che ha solide radici democratiche - rammenta Amadou Fall - ci sono tantissimi italiani che hanno aperto attività e lavorano e vivono normalmente. Andremo avanti con decisione - conclude - perché nessuno ci deve confondere con chi chiede l'elemosina agli angoli delle strade. Fra di noi ci sono laureati, studiosi, operai e pretendiamo di essere accettati come tutti gli altri cittadini».
A fianco dei senegalesi si schiera Roberto Gotter, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Duino Aurisina. «Il Pd - spiega - quale forza politica progressista e moderata che ha tra i suoi valori fondanti la solidarietà e l'integrazione, non può comprendere né condividere un atteggiamento ostile, nel quale si parla di difesa dell’identità e della culturali. In questo caso vanno tenuti in considerazione tanto il Vangelo quanto la Costituzione. Non è con le barriere culturali che si riesce a dare continuità alla nostra identità - prosegue Gotter -, ma solo condividendo i nostri valori all'interno di una società che cambia. La paura verso il nuovo e il diverso - conclude - la si supera con la reciproca conoscenza, che un’amministrazione saggia e lungimirante dovrebbe sempre sostenere, per favorire pace e serenità ed evitare quindi di alimentare tensioni sociali che inevitabilmente tendono a nascere all’inizio di ogni processo di cambiamento».
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