Duino, chiesta la rimozione delle “recinzioni” a mare

La Comunella con il consigliere Rozza contro i manufatti “abusivi” di alcune ville Mervic: «Molte di queste strutture private impediscono il passaggio lungo la costa»
Di Tiziana Carpinelli

DUINO AURISINA. Via le recinzioni “fuorilegge” a Duino: intervengano le autorità, perché “della questione se ne parla spesso, ma poi non succede nulla”. Dopo le polemiche sulle “favelas” della Costa dei barbari interviene la Comunella presieduta da Vladimiro Mervic a sostenere, come denunciato anche dal consigliere di maggioranza Maurizio Rozza, la necessità di liberare tratti di costa in sostanza “privatizzati” dagli abitanti. Come? «Con manufatti e recinzioni varie che arrivano fin sulla battigia e addirittura oltre, in quanto sporgono sul mare», precisa Mervic.

«Nel Comune – prosegue il presidente della Comunella di Duino - la grandissima parte di queste strutture che arrivano fino all'acqua è posta nella zona che va dal tratto immediatamente successivo al ristorante “Alla Dama Bianca” fino alla cosiddetta “Secada”, dove praticamente inizia il Villaggio de Pescatore». «Su questo tema – prosegue -, anche se nel recente passato vi sono state alcune divergenze col consigliere Rozza riguardo il passaggio dei fuoristrada sul Carso, non posso che trovarmi assolutamente d'accordo con lui. Anzi vorrei aggiungere che non solo in quell'area è precluso il passaggio lungo la costa, ma addirittura se qualcuno, nuotando d'estate, si azzarda a fermarvisi per una breve sosta, il più delle volte viene cacciato in malo modo, pure con la minaccia di vedere lasciati liberi i cani dei proprietari».

Stando a Mervic queste recinzioni «esistono in gran parte da quando sono state costruite le ville e cioè successivamente agli anni '50». «Prima di allora – sottolinea - il proprietario dei terreni della Cernizza era il principe Raimondo della Torre e Tasso che vendette tutti i lotti ai privati. Da quella volta in poi, piano piano, ognuno di loro si è costruito la propria recinzione senza che mai nessuno agisse concretamente per far rispettare la legge. Ricordo che già nella mia adolescenza i privati non permettevano a noi ragazzi di salire sulla scogliera e, a onor del vero, l'unico posto consentitoci, anche se privato, era la scogliera sotto il castello di Duino e il vicino Scoglio di Dante. Orbene, visto che da un pezzo siamo entrati nel ventunesimo secolo forse sarebbe il caso di iniziare a far rispettare la legge e finalmente far togliere quegli obbrobri che fanno male alla vista e alla gente».

Quanto alla questione della Costa dei barbari, «non voglio entrare nel merito - conclude Mervic -, poiché la Comunella di Duino non ne ha titolo, anche se naturalmente delle idee in proposito ce le avrei». Come noto, l'assessore Andrej Cunja vorrebbe che la “baraccopoli” venisse sgomberata e in quest'idea ha trovato inedita sponda nell'ex sindaco, oggi consigliere all'opposizione, Giorgio Ret.

Insomma, i manufatti in tronchi, le coperture e ogni altro genere di rifiuto, pur riciclato, va rimosso alla svelta, preferibilmente prima dell'avvio della stagione balneare 2014.

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