Duello sul museo della cantieristica Benes: «È una risorsa, non un peso»

Sbagliato criticare il Museo della cantieristica per colpire l’amministrazione comunale precedente, perché il «MuCa è una risorsa importante per Monfalcone, per quella che è una città dal ’700 e ha...
Di Laura Blasich
Bonaventura Monfalcone-21.02.2017 Ex albergo operai-Mu.ca-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-21.02.2017 Ex albergo operai-Mu.ca-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Sbagliato criticare il Museo della cantieristica per colpire l’amministrazione comunale precedente, perché il «MuCa è una risorsa importante per Monfalcone, per quella che è una città dal ’700 e ha sempre fatto di tutto per esserlo». L’ex assessore alla Cultura Paola Benes non nasconde le difficoltà del percorso che ha portato alla nascita del polo museale di Panzano, grazie alla vittoria di un bando europeo e al sostegno ottenuto negli anni dalla Regione, ma sollecita l’attuale amministrazione a riflettere sulle potenzialità del progetto e di un’operazione che, fra l’altro, ha «permesso il salvataggio di un edificio storico di elevato pregio». Il MuCa non è inoltre, premette Benes, un «museo di esposizione, ma di narrazione, come il Museo del cinema di Torino, quindi è fondato sulla possibilità di consentire al visitatore di immergersi nella memoria e storia di una comunità e di effettuare delle esperienze». E il MuCa rimane, inoltre, un tassello di un polo dedicato all’archeologia industriale che comprende Panzano. Insomma, tutto meno che «un museo di innovazione tecnologica di impronta aziendale, anche se il MuCa contiene una sezione dedicata alla produzione».

«Per arrivare a questo concetto di museo ci siamo rivolti ai massimi esperti del settore - spiega l’ex assessore - che hanno definito le linee guida del progetto che spiace, quindi, siano definite inadeguate e inappropriate». A delinearle furono il presidente dell’Aipai (l’Associazione italiana per l’archeologia industriale) Renato Corvino, l’architetto Franco Mancuso, docente di progettazione urbanistica all’Università Iuav di Venezia, lo storico navale Maurizio Eliseo, l’allora curatrice del museo di Torviscosa Gianna Ganis.

«Il nome? È frutto pure di un bando di gara e di un’attenta analisi degli acronimi già esistenti sulla piazza», aggiunge l’ex assessore. Sulla gestione l’assessorato alla Cultura e l’amministrazione avevano invece scelto quella diretta, pensando però di trasferire nell’ex albergo operai l’ufficio del direttore e un addetto dei servizi bibliotecari-culturali. «Nella relazione predisposta dall’allora funzionario dei Servizi culturali Gianna D'Agostini si delineava però anche la possibilità della creazione di una Fondazione in compartecipazione con Consorzio culturale, Regione, la stessa Fincantieri, la Camera di commercio», dice Benes. L’amministrazione precedente aveva avviato anche un percorso per cercare la collaborazione delle associazioni, per contribuire ad animare il MuCa. «Ho sempre creduto fosse fondamentale fare rete - prosegue - non solo per la gestione, ma anche per la promozione e per agganciare i flussi turistici di Trieste e Grado, perché la sostenibilità economica non può arrivare dalle visite scolastiche. E anche per questo si era pensato alla creazione di una Fondazione». Con Fincantieri il dialogo è stato «inoltre costante non solo per tentare di arrivare a creare le condizioni per abbinare la visita al museo a quella allo stabilimento, ma anche per la sistemazione delle aree esterne». «Si può criticare la precedente amministrazione, ma il MuCa è una grande risorsa, anche nell’ambito di una valorizzazione della connessione di Monfalcone con il mare, sulla quale punta il sindaco Cisint, e anche nel custodire e costruire l’identità di questa comunità», conclude l’ex assessore.

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