Due milioni per telecamere d’obbligo in asili e ospizi

La proposta di legge della forzista Piccin incassa subito l’appoggio della giunta. Nelle strutture sensibili sistemi di tutela degli ospiti in caso di maltrattamenti

TRIESTE Prevedere l’installazione obbligatoria di sistemi di videosorveglianza all’interno di asili nido, scuole dell’infanzia e case di riposo per anziani, disabili e minori in situazioni di disagio. Il centrodestra regionale risponde con l’impiego generalizzato di telecamere ai casi di maltrattamento da parte di educatori e operatori socio-sanitari, segnalati in questi anni in giro per l’Italia.

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L’idea parte da una proposta della consigliera di Forza Italia, Mara Piccin, che ottiene l’appoggio immediato dell’assessore alle Politiche sociali Riccardo Riccardi. Il testo punta a «prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica». Per riuscirci, la norma concede alle strutture sensibili – da cui sono esclusi però gli ospedali – due anni dall’entrata in vigore per dotarsi di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso. All’obbligo si affianca l’aiuto finanziario, perché la Regione concederà contributi fino al 75% della spesa: la proposta di legge stanzia allo scopo due milioni di euro.

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Le immagini saranno raccolte e protette con un sistema cifrato. L’accesso ai video sarà infatti vietato a tutti, a meno che non scatti una denuncia per presunti maltrattamenti e le autorità inquirenti siano dunque autorizzate ad accedere al girato per individuare le responsabilità.

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«Solo nella scorsa legislatura parlamentare – rileva l’assessore Riccardi – dall’intero arco costituzionale sono state presentate tredici proposte di legge relative alla necessità di ampliare la sorveglianza in quest’ambito: siamo davanti a un problema sentito in modo trasversale. La fragilità è un tema attorno al quale dobbiamo costruire un universo di regole condivise a tutela dei soggetti coinvolti, siano essi minori o anziani». Nessuna intenzione di manifestare sfiducia verso gli operatori ma volontà di tutelarli, assicura Riccardi: «L’impegno dei professionisti non può essere vanificato da episodi che vanno subito individuati e circoscritti al loro verificarsi».

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La proposta di legge è stata illustrata ieri in commissione. In attesa della discussione sul testo e del successivo passaggio in aula, la consigliera Piccin sottolinea che «i casi di maltrattamento negli asili e nelle case di riposo rappresentano un fenomeno ormai ricorrente, che ha fatto crescere l’allarme dell’opinione pubblica, preoccupata per il ripetersi di fatti un tempo sconosciuti. La Camera ha accolto (a ottobre, ndr) una analoga proposta di legge, che oggi è all’attenzione della presidenza del Senato per la sua approvazione definitiva».

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La consigliera azzurra bolla come «strumentali» le critiche che il Pd ha sollevato durante il confronto: «Additano la mia proposta come figlia dell’attuale “clima di paura” quando invece si presenta come una risposta a una problematica sempre più presente nella realtà sociale odierna, offrendo un elemento di maggiore tranquillità per le famiglie della nostra regione. La Commissione europea ha precisato che l’installazione di sistemi di videosorveglianza può essere un interesse legittimo, purché siano rispettati i principi della protezione dei dati e di necessità. Eppure nella scorsa legislatura il Pd ha bocciato la proposta senza se e senza ma». —


 

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