Due decessi a 15 giorni di distanza, sgombrati tutti i sospetti

Esclusi collegamenti tra i decessi. Luca stava per entrare in una comunità di recupero. Alberto stroncato da un malore

GRADISCA. Coincidenze. Solo fortuite coincidenze. Sgombrate quasi tutte le zone d’ombra sulle morti ravvicinate di Alberto Guerzoni e Luca Vecchiato. Due morti sospette che in un primo momento avevano fatto rizzare le antenne a carabinieri e polizia.

Due giovani dello stesso territorio isontino, l’uno di Sagrado (Alberto) e l’altro di Corona (Luca). Vite che si erano più volte incrociate in «certe notti che somigliano a un vizio, che non voglio smettere mai» come canta Luciano Ligabue. Certe notti dove capita di bere qualche birra in più. Luca e Alberto non erano proprio amici ma qualche volta - dicono alcuni “animali notturni” - si incontravano nei locali. Ma è l’unico filo, molto esile, che lega i due casi tanto è vero che gli investigatori li hanno lasciati in due fascicoli distinti, non c’è collegamento tra le due morti. Solo coincidenze, una volta fatte tutte le verifiche. Due giovani accomunati dallo stesso destino maligno ma due storie diverse dove l’ipotesi di morte violenta è stato subito scartata per tutti e due e risulta difficile anche ipotizzare due decessi per una partita di droghe devastanti.

Morti a due settimane di distanza - Le storie di Luca e Alberto

Non ci sono elementi per provarlo. «La morte di Vecchiato? Molto si saprà dall’autopsia. Oggi - spiega il comandante della Compagnia carabinieri di Gradisca, capitano Marco Quercigh - verrà affidato l’incarico e, nei prossimi giorni, verrà effettuato l’esame necroscopico. Sin dal primo momento, non sono stati trovati segni tali da far attribuire la morte a cause violente».

Pertanto, allo stato, l’ipotesi privilegiata è quella del malore, causato da cosa non si sa. E sarà l’autopsia, probabilmente, a dirlo.

«Il corpo senza vita di Vecchiato è stato trovato sul ciglio della strada. Accanto a lui, niente. Sul corpo, niente». Da una verifica effettuata dagli inquirenti pare che il giovane di Corona fosse solito muoversi a piedi. Faceva camminate lunghe anche diversi chilometri per raggiungere gli amici i luoghi che lo interessavano. «Il suo corpo era sulla strada che collega Gradisca d’Isonzo a Corona. Dalle nostre indagini - fa sapere ancora il capitano Quercigh - pare che stesse per essere ricoverato in una comunità di recupero». Insomma, qualche problema di tossicodipendenza c’era ma pare che Luca stesse lavorando per superarlo. Pertanto, da qui a dire che è stata un’overdose o una partita di sostanze stupefacenti tagliata male ce ne corre.

Quanto a Guerzoni, morto su una panchina della stazione Transalpina, ieri è emersa una nuova verità. Ma non da fonti ufficiali, bensì da amici e conoscenti che lo avevano frequentato. Il ragazzo era affetto da epilessia e il decesso sarebbe stato determinato proprio da un attacco epilettico che lo avrebbe portato al soffocamento.

Ecco perché diventa improbabile mettere in collegamento le due morti. «Vecchiato e Guerzoni? Può essere che si conoscessero ma non c’è certezza», la sottolineatura finale degli inquirenti.

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