Due anni e mezzo al guidatore dell'Audi gialla

VENEZIA Due anni e 6 mesi di reclusione: a tanto il giudice del Tribunale di Venezia, Enrico Ciampaglia, ha condannato il 37enne albanese Vasil Rama, accusato di essere stato l’autista dell’Audi Gialla che per mesi - all’inizio del 2016 - ha fatto dannare le forze dell’ordine, scorrazzando a folle velocità per le strade del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.
A lungo, il pubblico ministero Stefano Ancilotto e i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Venezia avevano dato la caccia alla banda, sospettata di aver messo a segno furti e rapine nel Nordest, per poi darsi a rocambolesche fughe a folle velocità, grazie proprio alla potente Audi RS4 con targa svizzera - che non passava certo inosservata, con la sua carrozzeria gialla - che in alcune occasioni ha toccato anche i 250 all’ora. Come quando ha imboccato contromano il Passante di Mestre, per sfuggire a un posto di blocco.
A Trieste era stata intercettata una sera nella zona di Fernetti, diretta in Slovenia, da una pattuglia delle Volanti: aveva invertito la marcia ed era fuggita a tutta velocità.
Punto di forza della banda, proprio la capacità di muoversi sfrontatamente tra le varie regioni, per poi varcare i confini nazionali. Nel corso delle indagini, gli investigatori veneziani erano riusciti ad agganciare il cellulare dell’autista del gruppo. E avevano continuato a tenere sotto controllo il segnale telefonico, anche quando i tre malviventi erano fuggiti all’estero dopo aver dato alle fiamme l’Audi, nelle campagne di Onè di Fonte, in provincia di Treviso.
Così quando il cellulare era tornato attivo in Grecia - paese legato all’Italia da trattati internazionali per l’estradizione - sono scattate le manette. Ad ottobre Vasil Rama è arrivato a Malpensa con un volo da Atene, per poi essere trasferito in carcere a Venezia: irreperibili gli altri due componenti della banda, per i quali il giudice per le indagini preliminari Scaramuzza non aveva concesso il mandato di cattura.
Il pubblico ministero Stefano Ancilotto - che sulla sua scrivania ha un modello numerato dell’Audi gialla, perfettamente uguale all’originale, sedili in pelle compresi, dono dei carabinieri del Nucleo investigativo - ha chiesto per l’autista una condanna a 2 anni di reclusione: per ricettazione (l’auto era stata rubata), resistenza (per le numerose fughe) e per due furti in abitazione a San Donà.
L’avvocata Stefania Pattarello aveva chiesto una pena inferiore, non essendo a suo dire provata la partecipazione dell’uomo ai due furti. Il giudice Ciampaglia è stato invece più pesante, condannando Rama a 2 anni e mezzo di reclusione.
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