Droghe e dipendenza: a Trieste i casi saliti a 1.498

In un anno 145 persone in più al Sert. Il picco riguarda cocaina e crack, oltre i cannabinoidi. In 1.270 seguiti per alcolismo

Gianpaolo Sarti
Il dipartimento delle Dipendenze di Trieste
Il dipartimento delle Dipendenze di Trieste

All’impennata di indagini e di arresti per spaccio di droga registrati in questi ultimi mesi – cocaina, soprattutto – corrisponde anche un preoccupante incremento di persone seguite dal Dipartimento delle dipendenze.

Quest’anno il Sert di Trieste ha in carico finora 1.498 persone, a fronte delle 1.353 del 2023. Sono 145 in più.

L’aumento riguarda praticamente tutte le fasce d’età compresa quella giovane, cioè gli under venticinque: l’anno scorso erano 271, ora sono 304. Dunque altri 33 ragazzi che si sono rivolti al servizio.

«È un dato importante– afferma la dirigente del Dipartimento, Roberta Balestra – perché significa che continuiamo ad accogliere persone che altrimenti non avrebbero riferimenti. Ciò fa la differenza».

Sia nella popolazione adulta sia in quella più giovane si evidenzia un picco per quanto riguarda l’utilizzo della cocaina e del crack. Pure i cannabinoidi restano molto presenti nelle abitudini di consumo. L’utenza è composta anche da persone tossicodipendenti da eroina e ossicodone.

«I focus spesso si concentrano sulle sostanze illegali – fa notare Balestra – ma non dimentichiamo che anche l’alcol rappresenta una problematica molto serio e spesso in aggiunta alle altre sostanze, così come il tabagismo».

Nei minorenni (una trentina i ragazzi seguiti), invece, prevalgono le “nuove” sostanze: è il mondo delle anfetamine, della ketamina. Ma sono diffusi anche il crack, la cocaina e ancora i cannabinoidi.

Complessivamente nell’area giuliana, per quanto attiene le dipendenze in generale, risultano 3.300 persone assistite dal Dipartimento: 1.498 per gli stupefacenti, come detto, 1.270 per l’alcolismo, oltre al tabagismo e il gioco d’azzardo.

L’intero Dipartimento delle dipendenze dell’Asgui, che comprende quindi anche l’area isontina, conta invece 4.500 utenti.

Anche sul territorio regionale è avviato il Piano nazionale per arginare il rischio di diffusione del Fentanyl, la droga degli “zombie” che rappresenta una vera emergenza negli Usa; il piano prevede azioni di controllo, attività di prevenzione, di diagnosi precoce e quindi il coinvolgimento diretto dei laboratori di tossicologia. Lo spaccio e l’assunzione di Fentanyl, potente oppioide sintetico cinquanta volte più potente dell’eroina, nei mesi scorsi era stato documentato a Trieste, anche tra i giovani.

Il Dipartimento delle dipendenze, infine, ha riscontato anche un incremento dell’utenza seguita in carcere: l’anno scorso risultavano 92 detenuti in carico, quest’anno 124. —

 

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