Droga nel trolley, “avvocato” condannato
Praticante avvocato, truffatore, commerciante d’auto, e infine trafficante di droga. La condanna - pesante - riguarda Pierpaolo Lenaz, 58 anni: una quindicina di anni fa era infatti avvocato praticante a Trieste. La pena per lui è stata di 4 anni e 8 mesi senza condizionale per un trolley pieno di hashish ritirato alla stazione di Monfalcone. A infliggerla è stato il collegio penale presieduto da Enzo Truncellitto e composto da Marco Casavecchia e Camillo Poillucci. Il difensore, l’avvocato Walter Zidarich, si è battuto per l’assoluzione. Ma è stata una battaglia impossibile: perché Lenaz era stato appunto sorpreso dai carabinieri col trolley (contenente 10 chili di droga) nel bagagliaio dell’auto.
La data è quella del 25 ottobre di due anni fa. Il luogo: la zona vicino alla stazione di Monfalcone. Dove - secondo le indagini - Lenaz aveva ritirato da un corriere (un cittadino marocchino) appena giunto in treno da Torino il trolley pieno di droga. La valigia, contenente 20 mattonelle di hashish, era stata sistemata nel bagagliaio della sua Opel Astra che si era diretta veloce verso Trieste. Ma dopo pochi metri i carabinieri l’avevano bloccata e l’uomo era stato subito arrestato. La droga - destinata al mercato di Trieste - era stata sequestrata. Ma di chi aveva consegnato la valigia (e anche uno zaino) al professionista triestino si erano fin da subito perse le tracce. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia coordinate dal pm Massimo De Bortoli non hanno infatti portato a nessun risultato: si è saputo solo che il corriere era stato un cittadino marocchino. Che poi, dopo aver consegnato il trolley, è svanito nel nulla. Lenaz invece è stato chiamato a rispondere dell’accusa di traffico di droga.
Ma la parabola giudiziaria dell’uomo era iniziata 15 anni fa. Era finito nei guai per aver incassato, in qualità di praticante avvocato, un assegno di 12 milioni di lire relativo a un risarcimento per un incidente stradale incassato per conto di un cliente. Accusa: appropriazione indebita. Poi si è sentito parlare di questo “avvocato triestino”, così si faceva chiamare anche se non aveva mai sostenuto l’esame di abilitazione professionale, in un’altra vicenda giudiziaria relativa a risarcimenti veri per incidenti stradali finti. Decine e decine di migliaia di euro pagati dalle principali compagnie assicurative per curare inesistenti traumi al rachide cervicale, riparare denti spezzati o guarire lesioni alla muscolatura. Tutti avvalorati da documenti sanitari assolutamente falsi. Infine “l’avvocato triestino”, appena 3 anni fa, era stato coinvolto in una misteriosa aggressione avvenuta sulle scale di un condominio dove aveva affittato un appartamento a Pernik, in Bulgaria, dove aveva sede la sua ditta di auto. A malmenarlo, secondo la denuncia, erano stati 2 connazionali. Movente - così pare sia stato - una vendetta per la misteriosa sparizione di un cofanetto di perle che Lenaz avrebbe dovuto vendere a un gioielliere di Napoli.
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