Doppiolavoristi in Municipio? Via al giro di vite
TRIESTE Il Comune di Trieste mette in campo strumenti volti a scoraggiare i potenziali doppiolavoristi tra i suoi dipendenti. Non potranno avere attività alternative o passibili di conflitto d’interessi, in compenso potranno tentare la Fortuna ai quiz televisivi.
È stato varato in questi giorni il nuovo “Regolamento per la disciplina delle attività e degli incarichi extralavorativi”. Un pacchetto di norme che mettono nero su bianco come, quando e a che condizioni un dipendente dell’ente pubblico possa affiancare un’altra attività a quella principale. L’obiettivo, chiarissimo, è contrastare un fenomeno che è balzato più volte agli onori delle cronache nazionali e anche di quelle regionali.
L’assessore al personale Michele Lobianco, sempre attento ai rapporti con i suoi primi interlocutori, non pone l’accento sull’aspetto disciplinare del regolamento, e preferisce inserirlo nel quadro più ampio di modifiche avviate nel corso del suo mandato: «Il nuovo regolamento è uno dei tanti elementi, dei tanti tasselli, che stiamo allestendo per assicurare al Comune dei percorsi amministrativi e di lavoro impeccabili», commenta.
È quello che Lobianco chiama «un piccolo processo di riforma»: «Lo abbiamo avviato non per il gusto di farlo, ma perché la gestione dell’ente ne aveva bisogno».
Ma entrando nei particolari del provvedimento, quali sono le misure previste? Il testo si occupa di tutte «le prestazioni lavorative - non comprese nei compiti e nei doveri d’ufficio - rese al di fuori del rapporto di lavoro con l’amministrazione comunale in favore di pubbliche amministrazioni o di soggetti privati».
La prima parte del regolamento si rivolge ai dipendenti a tempo pieno e a quelli ai part time i cui orari siano superiori alla metà di un tempo pieno (le regole per i part time “leggeri” sono ovviamente meno stringenti). Per tutti costoro sono vietati «attività e incarichi, sia retribuiti che gratuiti, che presentino i caratteri dell’abitualità e della professionalità, sicché è loro vietato». Non potranno mai, quindi, esercitare «attività commerciali, artigianali, industriali o professionali autonome» che siano stabili e continuative. Ciò vale anche per i soci di imprese il cui ruolo comporti la partecipazione nella vita aziendale.
Si salvano invece gli incarichi professionali «temporanei, salutari e occasionali», che però devono essere autorizzati dal Comune, e comunque essere effettuati senza partita Iva.
Devono fare attenzione anche i coltivatori: le attività agricole marginali sono concesse, ma non devono diventare una professione. Ciò include anche la gestione di agriturismi. Vietata anche la partecipazione sistematica ad attività di famiglia.
Non ci si può nemmeno iscrivere ad albi professionali che richiedano l’esercizio come prerequisito, salvo ovviamente gli incarichi comunali che prevedono in modo specifico questa possibilità (ad esempio un ufficio stampa può tranquillamente essere iscritto all’albo dei giornalisti).
Il regolamento disciplina nei particolari anche il tema dei conflitti d’interessi. Gli incarichi all’interno della macchina comunale non devono porre il dipendente in potenziali posizioni di ambiguità. No quindi a incarichi o contatti con realtà esterne al Comune ma che collaborano in qualche modo con esso, e così via.
Le attività concesse sono quelle in cui si trovano le regole più curiose. Sono permesse, previa autorizzazione, attività in cooperative senza scopo di lucro, ma anche l’amministrazione di condomini, l’incarico di revisore dei conti e perfino quello di giudice onorario. Si possono anche gestire bed & breakfast. Quanto alle imprese di famiglia, è concessa «la collaborazione gratuita, in forma temporanea, salutaria e occasionale in attività imprenditoriali del coniuge, di parenti entro il terzo grado o affini entro il secondo».
Esistono poi alcuni incarichi che il dipendente comunale può assumere anche senza chiedere autorizzazione: tra questi troviamo la collaborazione con giornali, riviste, enciclopedie. C’è spazio anche per la creatività dello scrittore o dell’inventore, purché non diventi una professione. Idem per la partecipazione a convegni, attività gratuite di tipo artistico, sportivo, o nel volontariato. Il Comunale può anche comparire nei programmi televisivi in veste di «concorrente, ospite, figurante».
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