Dopo-Pozzuolo: a Gorizia “Guella” e “Montesanto” condannate al degrado
Nuovi ruderi in arrivo a Gorizia. È questo il destino non scritto per Palazzo “Guella” in piazza Cesare Battisti e per la caserma “Montesanto” di via Trieste. Una volta abbandonate dai militari della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli”, le due strutture saranno segnate: sono destinate a un lento degrado. Nel giro di qualche anno cadranno a pezzi e la città si troverà a fare i conti con altri buchi neri all’interno del suo tessuto urbano. È uno degli effetti collaterali legati allo scioglimento della Pozzuolo.
La scorsa settimana, in occasione della cerimonia di saluto ai militari in partenza per la missione in Libano, il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale di corpo d’armata Claudio Graziano, aveva affrontato anche la questione relativa allo smentellamento delle strutture militari del territorio. Spiegando che una delle strade intrapprese dal governo Monti per abbattere i costi di gestione delle forze armate riguarda la riduzione del numero delle caserme, il capo di Sme aveva detto: «Il nostro scopo è cedere le caserme al Demanio e il Demanio le riutilizzerà nell'ambito della spending-review permettendo di ricavare denaro».
La domanda che a questo punto si pone è una: una volta che il comando brigata avrà lasciato Palazzo “Guella” e una volta che il Reparto Comando e supporti tattici avrà lasciato la caserma “Montesanto”, chi acquisterà le due strutture? A breve termine, considerata la generale situazione economica in cui versa l’intero Paese, difficilmente degli acquirenti si faranno avanti ed è altrettanto impensabile che a farsene carico sia il Comune di Gorizia. Il sindaco Ettore Romoli lo esclude in maniera categorica. «In passato - dice oggi -, il Demanio militare regalava le caserme alle amministrazioni comunali e oggi le amministrazioni comunali non sanno più che farsene. Rappresentano solo un costo. Sono una voce nella colonna “debiti”. L’esempio più significativo che abbiamo di fronte agli occhi è quello di Cormons. L’unica cosa che si può fare è radere tutto al suolo, ma anche questo ha un costo».
Romoli è pessimista. «Palazzo “Guella” è bello, ma cosa ci si può fare al suo interno? Il Comune non ha interesse ad entrarci. La Provincia sta ristrutturando il palazzo di corso Italia. La questura, se avesse avuto il denaro, sarebbe andata nell’ex scuola di via Cappuccini e per gli affitti non ha soldi. Di imprenditori che la facciano ritornare un albergo non ce ne sono, quindi non vedo alternative. Questa struttura come la caserma “Montesanto” non ha un valore commerciale. In questo momento non c’è “fame” di spazi. Il Demanio militare non troverà acquirenti e prevedo che cercherà di dare entrambe le caserme al Comune, magari fra 15 o 20 anni».
Per avere un’idea di quello che sarà basta dare un’occhiata alle caserme già dismesse. Sui 12 mila metri quadrati della “del Fante”, chiusa ufficialmente da due decenni, ma operativa fino a un paio d’anni fa con alcuni uffici della Pozzuolo e con le sedi delle associazioni d’arma, avrebbe dovuto sorgere una zona residenziale con negozi e uffici. Ma di questo in via Duca d'Aosta non c’è traccia. Peggio vanno le cose a Lucinico dove l’ex Pecorari, indicata di volta in volta come sede del Cpt o del canile, ma anche del nuovo carcere di Gorizia o come foresteria o come centro di strutture sportive, non è mai stata toccata da quando i militari sono usciti per l’ultima volta dalla porta carraia. Ruderi. Appunto.
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