Dopo oltre 70 anni al Cottolengo l’addio dei sacerdoti di don Orione

I tre religiosi chiamati in altre sedi: pesa la pandemia ma anche la carenza di vocazioni. Domani i saluti



/ SANTA MARIA LA LoNGA

Domani i sacerdoti della congregazione di don Orione saluteranno la comunità di Santa Maria la Longa. Dopo oltre settant’anni a servizio delle persone disabili, lasciano il Piccolo Cottolengo Friulano di don Orione. «Il saluto ufficiale – spiega il direttore Luigino Pastrello – verrà dato sabato. Nelle settimane successive io e gli altri due sacerdoti lasceremo Santa Maria la Longa».

Il Piccolo Cottolengo

La struttura accoglie 120 persone con disabilità lieve, media e grave, suddivisi in gruppi organizzati in base a livello di autonomia e bisogni assistenziali. Gli ospiti, accolti nella villa Bearzi con il suo splendido parco e nei vicini padiglioni, possono usufruire anche di alcuni laboratori occupazionali. L’idea di realizzare questa struttura è stata concepita sin dal 1939 dal sacerdote friulano, monsignor Guglielmo Biasutti, con l’intento di ospitarvi persone con disabilità, specialmente bambini. Egli coltivò durante tutto il periodo bellico il suo sogno: voleva creare in questa regione al confine orientale del Paese una “Cittadella della Carità”, e sin dall’inizio pensò per la sua gestione ai sacerdoti e alle suore di don Orione. Dall’idea alla realizzazione il passo non fu breve, si trattava di trovare, spazi, fondi e sostegno al progetto. Le donazioni Nella storia del Piccolo Cottolengo ebbe un ruolo centrale la generosità di alcune persone. Tra queste Melania Bearzi che nel 1944 donò la villa nella quale sorge la struttura e nel 1945 arrivò a Santa Maria il primo orionino, don Pietro Braceschi. La Villa, che all’inizio ospitò pure l’asilo del paese, pian piano cominciò ad accogliere i disabili, dando anche lavoro a persone del territorio. Tra i benefattori, il commendator Dante Cavazzini che nel 1968 fece costruire il padiglione maschile. Negli anni 80 con il contributo della Regione si aggiunse un ulteriore padiglione.

GLI OSPITI

Le 120 persone assistite nel Piccolo Cottolengo oggi sono seguiti da un’equipe di professionisti. «L’obiettivo – spiega don Luigino Pastrello – è quello di farli sentire a casa, di valorizzarne le potenzialità». Negli anni si sono aggiunti laboratori, fattoria didattica, coltivazione di prodotti agricoli. Non è tuttavia venuto meno in vari settori il supporto di sostenitori e volontari.

Le scelte della congregazione

«Le ragioni che hanno indotto i nostri superiori a fare questa scelta – afferma don Luigino – si possono immaginare: difficoltà legate all’emergenza Covid, carenza di sacerdoti… Non nego che sia stata per tutti una doccia fredda, ma tant’è». Il sogno di don Pastrello è che il Piccolo Cottolengo continui a essere sempre più aperto alla comunità paesana, diocesana e friulana: «Il Cottolengo va sentito come parte importante della comunità locale friulana e nella chiesa friulana va inserito».

Il futuro

Il Piccolo Cottolengo proseguirà la sua attività nello spirito di don Orione e, sotto la responsabilità del Consiglio Provinciale degli Orionini, sarà gestito da Francesco Cojaniz, sostenuto dall’equipe professionale della casa. Il saluto ai tre sacerdoti orionini è programmato domani, nella chiesa di Santa Maria, alle 10.30 (tre suore resteranno per il momento). Don Luigino andrà a Bergamo, mentre don Dan Sas e don Severino Didonè a Trebaseleghe. «È una perdita notevole – dichiara il sindaco, Fabio Pettenà – sia per l’istituto sia per la comunità. Soprattutto negli ultimi anni il Cottolengo aveva intrapreso un percorso di apertura verso comunità. L’augurio è che si prosegua su questa strada. Ai sacerdoti che ci lasciano un sincero ringraziamento, al nuovo responsabile l’augurio di buon lavoro». —

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