Dopo mezzo secolo Benito il barbiere appende al chiodo forbici e spazzole
TRIESTE. L’ultimo giorno di lavoro il 31 dicembre dell’anno 2020 e poi giù le saracinesche per sempre, per un pezzo di storia cittadina che se ne va. Ha chiuso i battenti all’inizio di via Fabio Severo il salone del barbiere Benito Chimenti, che a 87 anni ha deciso di godersi la meritata pensione. Alle spalle 77 passati a lavorare, dopo aver iniziato da bambino a sistemare barba e capelli dei clienti nel sud d’Italia. Pugliese di nascita e triestino d’adozione, l’uomo ha dedicato la sua vita a un mestiere che ha sempre amato moltissimo.
«Sono venuto a Trieste nel 1956 - ricorda Benito Chimenti - perché qui abitavano alcuni parenti e volevo subito iniziare, non vedevo l’ora. Tre giorni dopo il mio arrivo ho aperto il primo salone, in via Ghega, dove sono rimasto per quindici anni, poi, grazie a un cliente che mi ha fatto conoscere uno spazio libero, mi sono spostato in via Fabio Severo, lì ho ristrutturato tutto e non mi sono più spostato». Un ambiente che è rimasto invariato, un’atmosfera d’altri tempi che piaceva ai tanti clienti affezionati, tra vecchie foto alle pareti e arredi d’epoche passate.
«Molti sono diventati amici - racconta Benito Chimenti - si è instaurato un bel rapporto di fiducia e di simpatia, e sono molto dispiaciuti della chiusura. Mi mancheranno sicuramente. Qualcuno veniva qui da ben sessant’anni. Ma penso sia giunto il momento di fermarmi, ho una lunga esperienza alle spalle, una bella storia da raccontare, con grandi soddisfazioni. Posso dire di essere felice e grato per quello che ho avuto».
Benito nei giorni scorsi ha preso carta e penna, e ha scritto una lettera, dove saluta tutti i clienti e, con la sua consueta eleganza ed educazione, chiede «comprensione per la decisione presa» e rivolge «un caloroso ringraziamento» alla clientela, oltre a un «augurio di prosperità» indirizzato ai suoi colleghi.
Un’eleganza non solo nei modi ma anche nell’aspetto, sempre impeccabile al lavoro, in giacca, cravatta, grembiule, e sempre con il sorriso stampato sul volto e una parola pronta per ogni persona che si affidava alle sue mani. E fino all'ultimo giorno gli appuntamenti in via Fabio Seveto non sono mancati, molti gli uomini che hanno scelto di sistemare il proprio look da Benito o hanno voluto passare per un saluto. Tanti i ricordi che il barbiere conserva nell’arco della sua vita lavorativa, fin da quando, ancora piccolo, nella sua Bari, ha mosso i primi passi in quel mondo che poi lo avrebbe visto protagonista, con il suo salone, diventato a Trieste un punto di riferimento per intere generazioni, anno dopo anno.
A 13 anni, insieme al fratello, ecco il primo taglio di barba, un’emozione che ancora racconta con piacere a tutti, e poi la professionalità e le competenze, maturate osservando i gesti delle persone a lui vicine, che gli hanno insegnato a lavorare con attenzione e precisione. Tra le particolarità della lunga carriera di Benito Chimenti, come ama sottolineare spesso, anche il fatto di non essersi mai allontanato dalla sua attività, al massimo qualche giorno di stop, e poi sempre puntuale a servizio dei clienti, di tutte le età, che adoravano il suo inconfondibile stile “vintage”.
E tra i ricordi anche l’importanza di aver scelto Trieste, città fortunata per il suo mestiere ma anche per la sua storia affettiva e personale, con il matrimonio con una ragazza istriana e la nascita delle due figlie. «Adesso il mio tempo sarà tutto per loro - spiega il barbiere Benito - per mia moglie e per la mia famiglia, anche se - aggiunge con ironica meridionale - le mie giornate erano talmente piene, con così tante cose da fare ormai da sempre, che devo ancora abituarmi alla tranquilla vita da pensionato».
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