Dopo la protesta Terranova riavrà la luce

L’illuminazione pubblica tornerà in seguito all’iniziativa di una residente che è stata anche multata

SAN CANZIAN D’ISONZO. A partire dalla prossima settimana, verranno impiegati i fondi stanziati per alcuni interventi di riqualificazione della rete di illuminazione pubblica. Compresa quella di via Due Fiumi a Terranova. . «Nello specifico, dopo la rimozione, per motivi di stabilità e sicurezza, dell'ultimo punto luce della via - spiega il sindaco, Silvia Caruso -, eseguita il 18 settembre del 2012, considerando la possibilità che anche i restanti sostegni potessero in futuro presentare i medesimi problemi, l'amministrazione aveva pianificato la sostituzione di tutti i cinque sostegni e dei relativi corpi illuminanti». Della decisione e delle difficoltà dettate dal Patto di stabilità, afferma ancora il sindaco, «erano stati informati tutti i cittadini, inclusi quelli di via Due Fiumi, confermando che, non appena ci fossero stati gli spazi finanziari disponibili, saremmo intervenuti tempestivamente: così è successo». Ribadisce, quindi, il sindaco che «il senso di civiltà non si esprime facendo a gara a chi compie il gesto più eclatante, secondo la logica che, chi più grida, più ottiene».

«Alla cittadina in questione - aggiunge - avevo personalmente spiegato quale era la situazione e i tempi entro cui saremmo riusciti a intervenire». .

Al posto del palo della luce rimosso oltre un anno fa in via Due fiumi, a Terranova, la residente aveva collocato per tre volte un bastone sormontato da una candela e accompagnato da cartelli che chiedevano il ripristino dell’illuminazione pubblica in un tratto di strada molto buio e affiancato da un canale. Il risultato immediato è stato una multa di oltre 100 euro per occupazione indebita della sede stradale.

L’ironica protesta messa in atto da Maria Santin era finita nei giorni scorsi quando gli operai del Comune avevano tolto l'ultimo lampione “alternativo” e la famiglia si era vista appunto infliggere dalla polizia municipale una sanzione per “occupazione indebita” della sede stradale. Comprensiva anche della sponda del canale, dove si trovava prima il palo della luce “regolare” e poi quello fittizio, creato utilizzando il foro lasciato libero dall’impianto rimosso. In sostanza, la famiglia Santin Valli con la propria azione avrebbe infranto i commi 1 e 4 dell’articolo 20 del Codice della strada che sancisce che “sulle strade di tipo A, B, C e D è vietata ogni tipo di occupazione della sede stradale.

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