Dopo il trasloco dell’Imo a Genova persa anche l’Accademia del mare
Nonostante i patti di collaborazione, Venezia si oppone allo sdoppiamento
di Silvio Maranzana
di Silvio Maranzana
Trieste perde l’International maritime academy che si trasferisce a Genova. Non ottiene una sede dell’Accademia del mare che resta tutta concentrata a Venezia. Subisce lo smacco da parte del progetto di cooperazione adriatica dell’Ince che fissa il proprio Segretariato ad Ancona. Tre siluri in sequenza rapida, il ruolo della città sul mare che resta confinato al proprio golfo, il Porto Vecchio che si ritrova svuotato delle importanti strutture di formazione in campo marittimo di cui contava di riempirsi con i prossimi lavori di trasformazione dei vecchi magazzini.
L’Accademia del mare si pone come centro di eccellenza per formare personale altamente qualificato destinato a operare sulle navi mercantili al quale possono accedere soprattutto allievi già diplomati. In Porto Vecchio doveva completare una cittadella di prestigio composta anche dal Nautico, dall’Ima, dalla Scuola di formazione portuale. «Non potremo avere l’Accademia perché sia l’Autorità portuale che il Comune di Venezia si sono opposti al concetto di una sede sdoppiata in due città - ha annunciato ieri il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Claudio Boniciolli - è un peccato anche perché io stesso quand’ero presidente del porto di Venezia sono riuscito ad ottenere due simulatori della navigazione che sono ora un punto di forza dell’Accademia».
Nell’ottobre 2006 saputo della nomina di Boniciolli a Trieste, il sindaco di Venezia Massimo Cacciari aveva plaudito all’inizio di una nuova collaborazione. «Si deve iniziare dalla formazione - aveva affermato - penso all’Accademia del mare da realizzare a Venezia e a Trieste». Il 10 gennaio scorso Cacciari e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza hanno firmato nel municipio di piazza Unità un patto di collaborazione che dovrebbe investire in particolare il campo marittimo-portuale.
Nel frattempo però, il 28 dicembre 2006 la Regione Veneto aveva approvato la delibera che prevede la propria partecipazione all’associazione Accademia del mare e l’ha dotata di un finanziamento di 800 mila euro. Nel novembre 2007 sono stati attivati in fase sperimentale a Venezia due percorsi di formazione per Tecnico superiore per la conduzione di navi mercantili, sezione coperta, e di preparazione agli esami per il conseguimento del titolo per Aspirante capitano di lungo corso.
Quale ruolo l’Accademia del mare avrebbe potuto giocare a Trieste si comprende anche dal fatto che secondo i dati della Drewry shipping consultants, la società che si occupa di analisi internazionali sullo shipping, mancano attualmente nel mondo 34 mila ufficiali che diverranno 90 mila nel 2012. Contemporaneamente crescono le retribuzioni e il comandante di una nave può guadagnare oggi anche 10 mila euro netti al mese.
Eppure proprio in questo settore Trieste è riuscita anche a perdere quanto già aveva, facendosi scippare da Genova l’International maritime academy, scuola di alta formazione in campo marittimo rivolta in particolare ai Paesi emergenti. La sede principale dell’Internationa maritime organization, agenzia dell’Onu che si occupa di sicurezza della navigazione è a Londra, e Trieste poteva contare su una delle sue tre academy esistenti al mondo che hanno le altre collocazioni a Malta e a Malmoe. Un’istituzione forse non molto visibile ai triestini, ma che conferiva prestigio internazionale alla città.
La vecchia struttura locale è stata però messa in liquidazione, travolta da un buco di tre milioni di euro e da un’inchiesta penale che ha coinvolto l’ex direttore Piero Marin. I tentativi di farla rinascere sono falliti sotto l’ennesima bagarre che ha messo ancora una volta in luce la rissosità politica cittadina.
«Il primo progetto fatto dalla Camera di commercio è stato considerato inadeguato dal nostro Ministero degli esteri - ha sostenuto ieri Boniciolli - sul secondo la Regione con la nuova amministrazione ha fatto mancare i finanziamenti che erano stati preannunciati dal governo regionale precedente». Anche in questo caso riemerge la battaglia che sembra ormai contrapporre su tutti i fronti, da Fernetti allo Scalo Legnami, all’Ima appunto, il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti allo stesso Boniciolli talora supportato dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat.
E a questi due ultimi enti che si deve il secondo progetto per l’Ima «avanzato - ha accusato Paoletti - per boicottare la proposta avanzata mesi prima dalla Camera di commercio». Di risposta, la Regione a guida centrodestra negando il finanziamento avrebbe fatto mancare il terreno sotto i piedi al progetto Autorità portuale-Provincia.
A rimetterci è stata la città così come rischia di accadere con la cittadella Evergreen per la quale si stanno scontrando Pierluigi Maneschi e il sindaco Roberto Dipiazza. Anche in questo caso si tratta di un insediamento di rilievo internazionale, ma dalle ricadute economiche molto più massicce ed evidenti. I Comitati portuali d’autunno si preannunciano infuocati e decisivi per il futuro della città.
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