Dopo 45 anni il maestro Riccobon lascia il coro maschile Illersberg

Entrato come cantore nel ’65 ha assunto in seguito la direzione Con lui il repertorio è passato da opere popolari a brani classici  

il personaggio



Quarantacinque anni dedicati alla musica. Il maestro Tullio Riccobon ha concluso quest’anno la sua collaborazione con lo storico Coro Illersberg di voci maschili. Nato nel 1962 dall’unione di due gruppi corali – Coro Montasio e Publio Carniel – l’Illersberg è stato diretto prima da Lucio Gagliardi e poi da Mario Strudthoff lasciando, nel’74, la direzione a Riccobon: «Sono entrato a far parte del coro nel ’65 come corista. Per conto mio avevo già studiato tromba e pianoforte. Quando è venuto a mancare il professor Strudthoff, mi è stato chiesto di prendere il suo posto».

Da un repertorio di brani popolari triestini, friulani e di montagna si è passato ad uno classico. «Già Strudthoff aveva cominciato ad affrontare la polifonia. Io ho continuato su questo filone. La polifonia maschile di ogni epoca era il nostro pane quotidiano, in particolare il periodo romantico tedesco con autori come Schubert e Schumann; tant’è vero che nell’86 abbiamo vinto il premio “Franz Schubert” a Vienna». Ma il primo è stato nel’76 al Concorso Guido d’Arezzo: «Un’emozione indescrivibile». Da allora ne sono stati vinti molti altri, e per il suo lavoro al maestro è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. A coronamento della lunga attività, nel 2012, è arrivato il San Giusto d’Oro. «Ci ha fatto tanto piacere. Per anni, quando si andava ai concorsi internazionali, il nostro coro veniva definito come coro di Trieste». Con le loro “tournée” hanno portato la città in giro per il mondo: «siamo stati in America, Sud Africa, Australia, in quasi tutta Europa. È stato un periodo eccezionale».

Con il passare del tempo l’organico del coro è mutato: «Una volta siamo arrivati addirittura ad avere trentacinque elementi. C’erano molti giovani». Infatti il problema attuale che si ritrova ad affrontare il Coro è il ricambio generazionale: «Oggi - spiega il presidente Franco Biloslavo - tutta la coralità è in crisi, ci sono altri interessi».

Certo è che tutto il Coro ringrazia il maestro Riccobon, “artigiano della qualità”, per il lavoro svolto, sperando di poter continuare a scrivere la storia. –



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