Dopo 14 anni di battaglie la Ue dà ragione al Fvg sui carburanti agevolati

La Corte di giustizia europea chiude il contenzioso stabilendo una volta per tutte che gli sconti regionali su benzina e gasolio non violano le norme comunitarie
Lasorte Trieste 14/01/2021 - Distributori di Carburante, Benzinai
Lasorte Trieste 14/01/2021 - Distributori di Carburante, Benzinai

TRIESTE Ci sono voluti quattordici anni, ma il Friuli Venezia Giulia ha vinto la guerra del carburante agevolato con l’Unione europea. La Regione potrà continuare ad applicare lo sconto su benzina e gasolio, come ha stabilito ieri la Corte di giustizia dell’Ue, che chiude il contenzioso cominciato nel 2006. La politica esulta trasversalmente e pure i cittadini, che potranno godere ancora della riduzione del prezzo alla pompa, introdotto nel 1996 per scoraggiare il pendolarismo del pieno in Slovenia e salvaguardare un comparto da 1.500 posti di lavoro.

La sentenza ha dato ragione al Fvg, chiarendo che l’abbattimento del prezzo di benzina e gasolio non viola le normative comunitarie sulla tassazione dell’energia. Era la tesi sostenuta dalla Commissione europea, il cui ricorso è stato depositato il 27 aprile 2017, dopo anni di richiami all’Italia per il regime voluto dalla Regione.

L’autorizzazione Ue all’applicazione dello sconto era scaduta alla fine del 2006, a dieci anni dall’introduzione dello sconto. Secondo Bruxelles, l’Italia avrebbe dunque dovuto pretendere la cancellazione del bonus da parte della Regione, alla luce dell’ingresso della Slovenia nell’Unione. Il contenzioso si è aperto allora e si è protratto fino a oggi, ma la decisione dei giudici Ue stabilisce ora la possibilità per il Fvg di continuare ad applicare il prezzo differenziato, cancellando definitivamente il rischio di sanzioni all’Italia, che sulla materia risponde all’Ue per conto della Regione.

La sentenza annulla il ricorso, che ha visto la Commissione sostenere che la normativa regionale comporta da parte dell’Italia una riduzione non autorizzata delle accise applicabili a benzina e gasolio. Per Bruxelles si tratta di una violazione della direttiva sulla tassazione dell’energia, che stabilisce che i paesi Ue applichino regole fiscali uniformi all’interno dei loro confini, con eccezioni possibili solo se autorizzate, come avvenuto per il Fvg tra 1996 e 2006. La sentenza della Corte di giustizia sottolinea tuttavia che la Commissione «non ha dimostrato che l’Italia abbia istituito una riduzione delle accise, sotto forma di rimborso dell’imposta versata». Roma si è vista dare ragione, sostenendo dal canto suo che sarebbe impossibile ricondurre in modo oggettivo il contributo alla componente accisa del prezzo dei carburanti.

La Regione non può che gioire, dopo la resistenza annunciata nel 2017 da parte dell’allora presidente Debora Serracchiani e il contenzioso legale vero e proprio gestito dall’amministrazione retta da Massimiliano Fedriga. «Esprimiamo grande soddisfazione – commenta a caldo Fedriga – per la sentenza. È una grande vittoria che riconosce le istanze del Fvg. È la dimostrazione che la Regione si è mossa sempre nel rispetto delle normative, tutelando al contempo i cittadini del Fvg. Quando buonsenso e determinazione si incontrano, i buoni risultati arrivano». Per il governatore, «è una notizia importante, soprattutto alla luce delle forti difficoltà che le famiglie e le attività economiche stanno ancora affrontando a causa della pandemia».

L’Ue ammette così la possibilità per la Regione di continuare a rimborsare ai gestori delle stazioni di servizio un importo pari alle riduzioni concesse ai clienti, comprese fra 9 e 21 centesimi al litro, a seconda che si tratti di benzina o gasolio e sulla base del luogo di residenza di chi accede allo sconto. Per la Corte, non è dimostrabile che la quota restituita sia quella delle accise, ovvero delle tasse applicate sui carburanti.

La Regione potrà continuare a investire i circa 40 milioni all’anno necessari a sostenere la misura, mentre è pressoché certo che il super sconto applicato da quattro mesi dalla giunta Fedriga venga cancellato a fine mese, dopo il niet ricevuto dal governo sulla possibilità di ottenere una compartecipazione finanziaria da Roma per rendere stabile l’aumento dello sconto promosso dall’assessore Fabio Scoccimarro.

Il Fvg resiste alla spallata tentata dall’Ue nel 2017, quando venne depositato il ricorso annunciato già nel 2014, anno in cui Bruxelles aveva comunicato all’Italia la seconda messa in mora dovuta allo sconto carburanti, con una decisione che fece temere alla politica regionale di perdere il braccio di ferro. A nulla valse il tentativo della giunta Serracchiani di far desistere i tecnici Ue nel 2015. La vicenda era cominciata nel 2006 e nel 2008 la Commissione europea mise in mora per la prima volta il regime di sconti, costringendo il Fvg a modificare la propria legge nel 2010, senza che ciò comportasse però la fine delle ostilità.

A un quarto di secolo dalla sua introduzione (senza contare il periodo dei buoni benzina validi solo per i triestini), il bonus regionale è blindato. —


 

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