Donne offese durante il lavoro agli sportelli Cartelli di “bon ton” ai Centri per l’impiego
MONFALCONE Altolà ad oltraggi e prevaricazioni nei confronti dei pubblici dipendenti. E un forte richiamo all’educazione e al rispetto reciproco nei Centri per l’impiego del Fvg, caratterizzati generalmente da personale femminile. Il principio sancito dall’articolo 3 della Costituzione - quello della pari dignità, anche tra i sessi - per la giunta regionale non è ancora un valore implicitamente condiviso da tutti, se ora si traduce in un avviso ai cittadini utenti. Cartelli in italiano, friulano, sloveno, tedesco e inglese saranno affissi infatti in tutti i 18 uffici regionali del lavoro, il primo dei quali è comparso ieri mattina a Monfalcone. La dicitura multilingue non lascia alibi a equivoci: «Qui vige la regola universale e inderogabile dell’educazione e del rispetto reciproco. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
La modalità “inaugurata” dall’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, ieri in visita al Centro per l’impiego della città dei cantieri, non è stata estemporanea. Tutt’altro che simbolica, considerato che toni e atteggiamenti sopra le righe sono stati segnalati proprio dai dipendenti. A Monfalcone, ma anche a San Daniele del Friuli, dove si è ricorso ai carabinieri. Nelle scorse settimane al Centro per l’impiego di via Salvo d’Acquisto utenti stranieri si sono rifiutati di interloquire con alcune operatrici in quanto donne. A San Daniele in questi giorni un utente non ha lesinato in atteggiamenti molesti e aggressivi nei confronti di una dipendente. Lo ha riferito la stessa Rosolen prendendo distanze più che chiare rispetto ad eventi che ha definito non isolati: «Fenomeni di scortesia e situazioni esagerate – ha osservato – sono avvenuti in altri Centri per l’impiego».
Rosolen ha preannunciato anche l’arrivo di vigilantes: «Sono già presenti negli sportelli di Trieste, Gorizia e Pordenone, li garantiremo a tutti gli altri Centri». Ha aggiunto: «I Centri per l’impiego erano e restano presidi insostituibili sul territorio. Potenzieremo e miglioreremo il servizio e lavoreremo per avvicinare sempre più le persone in cerca di occupazione con le imprese. Non servono strutture autoreferenziali, vogliamo intervenire concretamente sull’incrocio tra domanda e offerta del mercato del lavoro. In aggiunta iniziamo un percorso per dare un segnale molto forte nei confronti di chi assume atteggiamenti maleducati, aggressivi, prevaricatori e violenti nei confronti dei dipendenti che, nella maggior parte dei casi, sono donne». Da qui il messaggio: «Se la disponibilità e la professionalità degli operatori sono requisiti indispensabili, è parimenti doveroso che tutti i cittadini si comportino in modo civile e rispettoso. Se qualche retaggio culturale induce una persona a oltraggiare le donne, o a comportarsi in modo maleducato con gli operatori, ci sono due possibilità: cambia abitudini, o cambia Paese». Fa eco il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint: «Dover affiggere cartelli rappresenta già una sconfitta. Se ci sono persone che non vogliono interloquire con il personale femminile possono andarsene a casa».—
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