Donne molestate: "Ora telecamere a Sagrado"

Da tempo le forze dell’ordine sollecitano più “occhi” anche a Ronchi. Un solo apparecchio controllato da Cervignano. Il Siulp: «Carenza di agenti in organico»
Bumbaca Gorizia 11.08.2020 Sagrado stazione ferroviaria © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.08.2020 Sagrado stazione ferroviaria © Foto Pierluigi Bumbaca

SAGRADO Non è solo chi fa il pendolare a invocare telecamere per la sicurezza personale e dei binari. Sono le stesse forze dell’ordine ad aver sollecitato, almeno per la stazione di Sagrado e, si è scoperto ieri, pure per il nuovo polo intermodale di Trieste Airport a Ronchi dei Legionari l’installazione di impianti per la videosorveglianza. Un’istanza non sorta ieri, ma avanzata a Rfi almeno un paio d’anni fa, dopo la ricognizione sollecitata sul punto dall’allora questore di Gorizia Lorenzo Pillinini ai suoi uomini. La vicenda è tornata d’attualità dopo le recenti segnalazioni di episodi ai danni di tre donne che viaggiavano sui vagoni o hanno avuto accesso alla biglietteria di Sagrado, dai quali sono poi scaturiti due fermi (seguiti, all’udienza di convalida, dalla remissione in libertà degli indagati) per l’ipotesi di reato di tentata violenza sessuale in concorso, con fascicolo aperto dalla Procura di Gorizia su indagini avviate dai carabinieri della locale compagnia. Una 39enne residente a Turriaco, una di queste persone offese.

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La stazione di Sagrado


Lo spunto degli accadimenti ha portato a galla anche un’altra questione, quella della «carenza degli organici» in seno alla polizia, non solo ferroviaria, e di «una coperta ormai troppo corta» denunciata ieri mattina dal Siulp, sigla sindacale del settore, con il segretario provinciale Giovanni Sammito. Mentre, da un altro versante, anche la politica si mobilita e chiede, con Fratelli d’Italia, «di elevare gli standard di sicurezza della stazione di Sagrado». Ma prima la questione telecamere. Non tutti gli scali ferroviari hanno le medesime dotazioni tecnologiche. Se alla fermata di Sagrado l’unica telecamera visibile è priva di alimentazione, per esempio a Monfalcone gli occhi elettronici puntati su binari, marciapiedi, sottopassaggi, sale d’aspetto, biglietteria e parcheggi sono in numero rilevante e conforme alle necessità. Gli apparecchi della videosorveglianza risultano infatti quaranta e vengono monitorati dalla Polfer, che trova sede nell’area della stazione. Per quanto riguarda invece il nuovo polo intermodale ronchese, dove pure transitano intercity ed eurostar, esiste una sola telecamera (quella del tunnel è monitorata dalla Polizia frontaliera, un’altra specialità del corpo) che inquadra l’ascensore dedicato a portatori di disabilità, ma sarebbe remotizzata con il presidio di sicurezza cervignanese e non con la sede della Polfer monfalconese, che pure risulta più vicina in caso di necessità di un intervento tempestivo su questioni competenti.

In assenza di telecamere si ovvia con il pattugliamento di agenti, ripreso proprio l’altro giorno dopo il lockdown per la pademia di Covid-19, che ha richiesto di concentrare le forze su altri fronti. La questione del personale a disposizione non è irrilevante e il sindacalista Sammito la pone con forza, anche a seguito di un recente incontro con il dirigente compartimentale del Fvg, annunciando iniziative entro fine mese. «L’organico della Polfer di Monfalcone, e non è il solo, si sta assottigliando – spiega – per la mancata sostituzione di dipendenti entrati in quiescenza. Nell’ultimo quinquennio non si è assistito a un solo innesto al presidio della stazione di Monfalcone, che necessiterebbe di quattro persone in più e invece non si prevede, almeno nelle assegnazioni fino a dicembre, neppure un paio di uomini». «Ciò altresì vale – prosegue – per altre specialità, infatti si ha notizia solo di un’assegnazione di 4-5 persone alla Questura, unicamente perché vanno coperte altrettante figure in via di pensionamento». Sammito ricorda come, da qualche anno, «proprio a seguito dei mancati rimpiazzi delle fuoriuscite la Polfer non riesca più a coprire il turno notturno, chiudendo così il presidio», fatta salva la richiamata dei ruoli apicali in caso di emergenza. Resta cioè scoperto il turno dall’1 alle 7. Il servizio di presidio viene comunque assicurato dalle volanti di via Foscolo. Situazione «analoga si registra a Gorizia». «E non va tralasciata la considerazione che gli agenti della stazione monfalconese – continua il vertice Siulp – vengono inoltre aggregati a Tarvisio per la copertura h 24 di quello scalo». «Come non ci si deve scordare – sottolinea – dei cinque uomini al giorno che dal Commissariato di via Foscolo vengono mandati al Cpr di Gradisca, così sottraendo personale al controllo del territorio. Non si può consentire oltre. I colleghi stanno facendo gli straordinari per garantire il servizio delle volanti. Ormai siamo alla coperta corta: da qualunque parte tiri resta scoperto qualcosa». —

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