Donna uccisa a coltellate in casa a Gradisca

Migena Kellezi, di origini albanesi e con passaporto italiano, è stata uccisa dal marito Dritan Sulollari, nella loro abitazione di via della Campagnola. In casa anche il figlioletto di 8 anni, che si trovava in un'altra stanza. L'uomo è stato arrestato

GRADISCA Una donna di 30 anni è stata uccisa nella mattinata di mercoledì 8 novembre a Gradisca d'Isonzo dal marito con una coltellata alla gola. I dettagli non sono ancora noti, ma alla base dell'omicidio avvenuto nell'appartamento della coppia in via della Campagnola 21 ci sarebbero motivi legati alla gelosia, alla crisi coniugale che attanagliava la coppia e al fatto che l'uomo ormai da mesi era senza lavoro.

Donna uccisa a coltellate dal marito a Gradisca

 

 

Migena Kellezi, di origini albanesi e con passaporto italiano, si trovava in Italia da diversi anni. Aveva raggiunto il marito Dritan Sulollari, anche lui albanese, di 37 anni, che allora lavorava come cameriere in una pizzeria della stessa Fortezza. L'uomo - che da alcuni mesi era disoccupato - è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Gradisca d'Isonzo.

La donna è stata colpita con un fendente alla gola e al momento del delitto, nell'abitazione, in un'altra stanza, si trovava anche il figlio di otto anni. Dopo il delitto l'uomo ha atteso l'arrivo dei soccorsi e delle forze dell'ordine dopo aver personalmente lanciato l'allarme assumendosi la responsabilità dell'accaduto.

A detta dei vicini si trattava di una famiglia tranquilla. Nessuno aveva mai sentito litigare la coppia, fino alla tragedia di questa mattina.

Sul posto la scientifica ha eseguito i rilievi e dopo il nulla osta del magistrato il corpo della donna è stato rimosso. Sotto choc i vicini che non riescono a spiegarsi il gesto dell'uomo. 

«Migena era una persona fantastica ed era sempre sorridente: non possiamo darci una spiegazione per questa tragedia» hanno detto le colleghe del negozio di telefonia di Villesse dove la donna lavorava da un paio di mesi. «Si era inserita alla perfezione - hanno aggiunto - anche perché aveva precedenti esperienze nel settore. A sentirla parlare nessuno avrebbe detto che non era nata in Italia: aveva una padronanza totale della lingua anche se amava visceralmente il suo paese d'origine».

Quanto a eventuali attriti con il marito, le colleghe dicono di non sapere nulla. «C'è stato troppo poco tempo per entrare in intimità - spiegano - Comunque non ne ha mai parlato male. Non avevamo la minima idea che potesse accadere questo dramma». La donna - raccontano le colleghe - era sempre disponibile per il figlio. «Lo citava con gli occhi di una mamma innamorata. Era il suo primo pensiero. Ne parlava con quel trasporto tipico delle mamme che - concludono - custodiscono e proteggono il loro tesoro».

Dritan Sulollari è stato operato nel pomeriggio per la recisione di un tendine della mano. L'intervento chirurgico, e la suturazione di altre lievi ferite da arma da taglio, ha determinato il rinvio dell'interrogatorio dell'uomo. La Procura di Gorizia in questa fase cercherà di accertare il movente del delitto. Da chiarire anche le cause e le modalità del ferimento alle mani dell'assassino.

Gli investigatori - coordinati dal tenente colonnello Pasquale Starace - hanno comunque raccolto elementi per l'inchiesta al netto di quelle che saranno le dichiarazioni dell'uomo, assistito nell'interrogatorio di fronte al pm Laura Collini, dall'avvocato Paolo Bevilacqua.

Quanto al figlio della coppia, un bambino di otto anni, che stava dormendo in casa al momento del delitto, è stato affidato a un amico di famiglia: una persona di assoluta fiducia che ha evitato la collocazione del bimbo in centro di accoglienza per minori.

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