Donna in crisi distrugge la casa: notte da incubo a Ronchi
Una donna in preda a una crisi nervosa ha iniziato a urlare lanciando oggetti dalla finestra: la gente in strada fino alle 5
MONFALCONE. È stata una notte da vero incubo quella trascorsa, tra venerdì e ieri, da almeno una decina di famiglie residenti tra via Verdi e piazza dell’Unità d’Italia a Ronchi dei Legionari. Ore di apprensione e di paura dopo che, attorno alle 4 del mattino, si sono sentite delle forti urla, rumori di vetri in frantumi, di oggetti lanciati da una finestra e di forti colpi provenienti da un appartamento del civico 7 di via Verdi.
In molti di fronte a questo grande fracasso con urla e colpi, tra le 4 e le 4. 30, hanno chiamato il numero unico di emergenza, il 112. Ma i primi soccorsi, nonostante i diversi ed accorati solleciti, sono arrivati solo alle 5. 20. Quelle urla, quei colpi, che già, una prima volta, si erano sentiti poco dopo l’una, provenivano da un appartamento dove vive una donna, sulla sessantina, della quale non sono state fornite le generalità, assieme alle madre che, però, in quel momento non era in casa. Forse una crisi depressiva alla base di quel inconsulto comportamento che ha messo in allarme, come detto, decine e decine di persone che sono scese in strada lasciando le loro case ed hanno atteso a lungo che qualcuno intervenisse. Erano le 5. 20 quando, sul posto, è arrivata una volante della Guardia di Finanza che, resasi conto di quanto stava succedendo, ha avvisato il soccorso sanitario. L’ambulanza, che ha poi provveduto a trasportare la donna in ospedale, è arrivata solo alle 5. 45.
Quello che è stato un episodio dovuto, molto probabilmente, da una crisi di nervi, avrebbe potuto avere dei risvolti molto più drammatici. In molti, in quelle ore convulse, hanno pensato che in casa ci fosse anche l’anziana madre e di fronte alle urla della donna «Ve la faccio pagare tutti...» con i rumori di mobili e suppellettili che andavano in frantumi, hanno pensato al peggio. Hanno pensato cioè che fosse successo davvero qualcosa di grave e che colta dal raptus la donna avesse aggredito pure la madre. Ciò che ha poi sconvolto la gente è stata, sicuramente, la lentezza dei soccorsi.
«La volante della Guardia di Finanza – racconta uno dei residenti nella zona – è arrivata intorno alle 5. 20, ma le prime chiamate al 112 sono state effettuate tra le 4 di mattina e le 4. 20, alle quali, poi, è seguito qualche altro sollecito. I militari, quando sono intervenuti, hanno saputo affrontare bene il caso, vista la delicatezza della questione e per questo va a loro il nostro ringraziamento, ma rimane, a mio giudizio, la gravità del mancato funzionamento del numero unico di emergenza, ovvero il 112. Tanto che quando gli operatori sono stati richiamati, attono alle 4. 30. da un signore che li aveva già telefonato in precedenza, essi stessi sono rimasti anche loro stupiti che nessuno fosse ancora intervenuto. Un’altra donna ha chiamato per ben tre volte il 112. E se fosse accaduto qualcosa di più grave? Io, personalmente – continua – ho telefonato alle 4. 27 ed allora vi erano state sei segnalazioni. Il sistema, secondo me, è da rivedere profondamente e con urgenza, prima che succeda davvero qualcosa di tanto grave e prima che qualcuno possa rimetterci la vita per questi ritardi”. La donna, va detto, è stata dimessa nella mattinata di ieri, ma, nel pomeriggio, una nuova segnalazione ha costretto l’intervento questa volta dei Carabinieri e di un’altra ambulanza che ha provveduto nuovamente a soccorrerla.
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