Donazioni di sangue, appello ai giovani triestini
La richiesta per un immediato ripristino della convenzione che riguarda l'attività dell'Autoemoteca «improvvisamente bloccata pochi giorni fa a causa di problemi interni dell'Azienda ospedaliera». Un forte appello al senso di solidarietà «perché donare sangue è un gesto importante, addirittura fondamentale in una città come Trieste, dove siamo lontanissimi dal livello di autosufficienza». Un pubblico ringraziamento ai 793 donatori premiati che hanno garantito 19.407 donazioni.
Questi i tratti salienti della relazione che ieri, in occasione della cerimonia per i 50 anni dell'Associazione donatori di sangue di Trieste, ha tenuto il presidente Ennio Furlani. Alla cerimonia, svoltasi nella Stazione marittima come sempre gremita di donatori, hanno presenziato fra gli altri il sindaco, Roberto Cosolini (che a Furlani ha consegnato una targa per i suoi 30 anni di presidenza), l'assessore provinciale Roberta Tarlao in rappresentanza della presidente Maria Teresa Bassa Poropat, il consigliere regionale Franco Codega in rappresentanza della presidente, Debora Serracchiani, la senatrice Tamara Blazina, Fulvia Premolin, sindaco di San Dorligo-Dolina e Laura Marzi, vice sindaco di Muggia.
Furlani ha richiamato in particolare l'attenzione dei giovani «perché l'allungarsi dell'età media della vita delle persone e il crescente utilizzo nelle terapie di sangue e degli emoderivati - ha evidenziato - rende indispensabile un ricambio generazionale nel mondo dei donatori». Dopo aver ricordato che «risale al 1967 l'introduzione della normativa che abolì le cosiddette dazioni di sangue, cioè il pagamento del sangue prelevato dai cittadini nelle strutture pubbliche e private, chiudendo così la fase economica del dono e aprendo quella sociale», Furlani ha affermato che «è impensabile tornare indietro in questo campo, perché sarebbe catastrofico sotto il profilo igienistico». Ma la sottolineatura più forte il presidente dell'Associazione l'ha riservata al richiamo alla donazione rivolto ai triestini: «Oggi in città - ha rilevato - è circa il 4% della popolazione che dona, compiendo questo straordinario gesto di solidarietà. Il potenziale è di dieci volte superiore, cioè il 40% di coloro che vivono qui potrebbero recarsi nei centri abilitati. Se lo facessero - ha concluso - sarebbe sufficiente che ogni triestino donasse una volta ogni quattro o cinque anni».
Ugo Salvini
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