Donato quadro di Brumatti è stato il pittore che dipinse lo stemma comunale

Un quadro, di dimensioni 34x24, eseguito su carta con pastelli colorati e raffigurante un paesaggio carsico. Opera dell’artista triestino Gianni Brumatti. È quello che è stato donato all’amministrazione comunale di Ronchi da Gian Paolo Loda. La breve cerimonia nella sala del consiglio, presenti il sindaco Livio Vecchiet e l’assessore alla cultura, Mauro Benvenuto. L’opera, sino ad oggi custodita nell’ufficio triestino di Loda, potrà trovare una più degna collocazione ed essere ammirata dai ronchesi. Con i quali, va detto, Gianni Brumatti ebbe un legame. L’artista, nato a Trieste il 2 luglio 1901 e scomparso nel 1990, fu allievo del pittore triestino Carlo Wostry, colui che, nel 1890, ideò lo stemma storico del Comune di Ronchi dei Legionari: è costituito da uno scudo di colore rosso, attraversato da una catena di monti argentei con tre cime, il cui orlo inferiore è riempito da un prato verde, nel quale mettono radice quattro viti verdi naturali, che si innalzano fino alla metà dello scudo. Brumatti trascorse l’infanzia e l’adolescenza in un ambiente artistico: la nonna Amelia era costumista teatrale e affittava camere a gente di teatro (tra gli altri ospitò Mascagni che più di una volta le fece visita), la mamma e la zia erano due brave cantanti liriche e il padre un discreto musicista. Nutrì sempre un grande amore per la musica, ma scelse la pittura e incominciò a stendere i colori ad olio fin dal 1914 mentre frequentava il ginnasio di Gorizia. Poco dopo il 1922 Brumatti cominciò ad esporre nelle mostre collettive del circolo artistico triestino e nel 1923 da Umberto Michelazzi. Raccontò che gli sembrò di toccare il cielo con un dito quando Wostry, dopo aver ammirato un suo quadro, lo elogiò pubblicamente. Nel 1934 fu presente alla XIX Mostra Biennale Internazionale di Venezia; l’anno seguente ottenne il premio del Duce per la pittura e anche nel 1936 e nel 1938 espose rispettivamente alla Biennale.
Nel 1943 ottenne un premio acquisto del Ministero dell’Educazione Nazionale a mezzo della Regia Soprintendenza alle Gallerie di Venezia. Nel 1951 e nel 1955 presentò alcune opere alla Quadriennale Romana e tornò nella capitale nel 1959 con una personale all’YMCA. Continuò a dipingere instancabilmente e ad esporre in Italia e all’estero quasi fino alla fine sopraggiunta all’età d’ottantanove anni nel gennaio del 1990. «Siamo felici di questo dono – hanno detto Vecchiet e Benvenuto – e siamo grati a Loda al quale va tutto il nostro apprezzamento. La città saprà dar lustro e visibilità a quest’opera». —
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