Dona i suoi averi ai «poveri della città»

Un triestino morto a 95 anni lascia in eredità al Comune una cassetta di sicurezza contenente 25mila euro in ori e monete
Un'immagine "simbolica" della povertà
Un'immagine "simbolica" della povertà

TRIESTE. Quando hanno aperto la cassetta di sicurezza, custodita in banca, hanno trovato bracciali, anelli, orologi, collane d'oro e ciondoli. Un tesoro del valore di oltre 25 mila euro. "Per i poveri della città", c'era scritto nel testamento.

E così sarà. Il gesto del signor Flavio Faraguna, in punto di morte, spunta tra le tante scartoffie del Comune. "Accettazione a titolo ereditario", riporta un'anonima delibera di giunta approvata in questi giorni. Ma non è ordinaria amministrazione, è straordinaria bontà, di quelle che lasciano il segno. Faraguna, un triestino di 95 anni nato ad Albona e deceduto lo scorso primo novembre, era stato assistito dai servizi sanitari e sociali in un momento critico della sua vita, probabilmente causato da motivi di salute da quanto si è saputo ricostruendo la vicenda. E, come segno di riconoscenza e sensibilità, ha deciso di donare parte dei suoi beni al Comune per aiutare chi ha più bisogno. E sono molti a Trieste, sempre di più, come si è visto nell'ultimo report della Caritas. «Lascio la piena proprietà di quanto contenuto nella mia cassetta di sicurezza», si legge nei documenti del municipio.

La cassetta era stata depositata dal proprietario nella sede dei Monti dei Paschi di Siena di piazza della Borsa. Il contenuto è stato controllato e inventariato a marzo alla presenza degli eredi e di funzionari. Dentro c'erano ben quattro collane di perle e corallo, di cui una con diamanti, stimate tra i 150 e i 1.200 euro; 9 bracciali da oltre 7 mila euro, 14 monete d'oro del valore di 2 mila e 600 euro, svariate spille e anelli dai 300 ai 1000 euro, tre orologi da tasca da 1.800 euro, altre 5 collane da 1.200 euro, un altro orologio d'oro da 1.300 euro. E, ancora, un portachiavi e orecchini in oro, crocette con diamanti, ciondoli, gemelli e cornici. In mezzo pure una dentiera d'oro.

I funzionari della banca e del Comune, assieme agli eredi, hanno annotato quanto rinvenuto su un modulo dell'Agenzia dell'Entrate. Il tutto è stato quantificato in 25 mila e 260 euro. Ora il tesoro del signor Flavio Faraguna dovrà essere venduto in modo da ricavare i soldi da destinare al Comune a favore dei poveri della città.

«E' davvero una bella cosa - commenta l'assessore alle Politiche sociali Laura Famulari - è un bel segnale, un messaggio per tutti. Perché, come purtroppo sappiamo, giungono troppo spesso agli onori della cronaca persone in pesante difficoltà economica. Ma accanto a queste - riflette - c'è sempre chi dà una mano, sia con il volontariato e donazioni, sia mettendo a disposizione proprietà personali. Trieste è veramente una città solidale, lo abbiamo visto in diverse occasioni. A sostenere i più poveri, spesso, è chi a sua volta è stato aiutato e quindi desidera essere riconoscente in questo modo. La cosa bella è che questa persona ha dichiarato che vuole restituire alla collettività quanto ha ricevuto - fa sapere l'assessore - lo ha scritto nel testamento». Il denaro ricavato entrerà nel bilancio comunale e sarà impiegato per i contributi a chi ha più bisogno.

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