Don Renzo: «Stiamo più vicini ai giovani»
RONCHI DEI LEGIONARI. Sconcerto, incredulità, sgomento, ma anche tanto dolore e un senso di impotenza nel poter intervenire concretamente su casi come questo. È unanime il pensiero che, a Ronchi dei Legionari, si vive in queste ore e che pervade le menti di molti. Amministratori e cittadini, sacerdoti e gente che opera nelle associazioni sono tutti accumunati da un profondo smarrimento. Anche perché nulla di simile era mai successo nella cittadina.
«Commentare un fatto del genere è difficilissimo – ha affermato il sindaco, Roberto Fontanot – visto che siamo di fronte a un dramma familiare molto delicato e sul quale bisogna avere rispetto e cautela. Posso dire che ho appreso la notizia con enorme dispiacere e mi son chiesto quale dolore possa sopportare questa famiglia. Le indagini faranno piena luce, ne sono convinto, ma ciò che mi sento di dire e che siamo di fronte all’ennesimo segnale del degrado che sta vivendo la situazione sociale anche nella nostra cittadina. È un degrado che difficilmente si riesce a superare, ma sul quale siamo tutti chiamati a riflettere in modo profondo. Senza pregiudizio alcuno».
L’assessore alle Politiche sociali, Enrico Masarà, ricorda che la giovane non era seguita dal servizio minori e che nulla, dunque, potesse presagire a qualcosa di simile. «Non siamo abituati ad apprendere notizie del genere – ha osservato – e la gente è sensibile quando si parla di giovani mamme o di bambini. Attendiamo con ansia l’esito delle delicate indagini, ma certo non è un episodio che potremo dimenticare troppo presto. Lascia il segno in una cittadina di medie dimensioni com’è la nostra».
Ed è da chi, spesso, si trova a condividere tante tragedie familiari che arriva un altro commento. «Non ci sono parole per commentare la tragedia che ha colpito una famiglia della nostra comunità. Insieme a chi ha già molto sofferto – ha commentato il parroco di San Lorenzo, don Renzo Boscarol - piangiamo l’epilogo drammatico, nella consapevolezza piena che la vita resta un dono e un mistero, davanti ai quali l’accoglienza è l’unica risposta nella speranza che nessun rifiuto abbia responsabilità consapevoli. In un tempo nel quale prevale l’onnipotenza di tutto controllare e tutto dominare, viene a galla il limite umano e, Dio non voglia, la presunzione».
«La misericordia di Dio al quale affidiamo tutti i protagonisti di questa vicenda e noi tutti – ha continuato il parroco - resta il porto nel quale il dolore e la sofferenza possano trovare una eco di speranza e di silenziosa condivisione. Quando è messa nudo la fede di chi si professa sempre a favore della vita, l’invito a condividere sempre di più le responsabilità dell’educazione e l’impegno a farsi prossimo nei confronti di chi per età e condizione è più esposto, è oggi come oggi l’unica lezione di vita che possiamo raccogliere. Un vero e proprio proposito per il futuro di tutti noi».
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