Domande e risposte sulla Cabinovia di Trieste: tutti i nodi aperti sull’opera
Il piano, le posizioni, i fondi e le incognite che pesano sul via libera
«I fondi sono già coperti». Se l’annuncio del ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini segna un inevitabile punto di svolta nel destino della cabinovia, sciogliendo i dubbi sulle risorse a disposizione per l’opera – 48,8 milioni di euro, con cui il Mit sostituirà i fondi del Pnrr – prima del traguardo annunciato dal vicepremier per l’estate del 2027 l’opera ha davanti a sé ancora una serie di appuntamenti cruciali.
1 In che cosa consiste il progetto?
La cabinovia nasce con l’obiettivo di creare una connessione rapida tra centro città e altipiano carsico. Il tragitto è di 4,2 chilometri, con quattro stazioni: Molo IV, Porto Vecchio, Bovedo e Opicina. Il tempo di percorrenza tra i due capolinea è stimato in 16 minuti, con una portata all’ora di punta stimata dal Comune in 1.400 passeggeri l’ora nelle due direzioni di marcia.
2 Chi vuole realizzare la cabinovia e perché?
La cabinovia è promossa dal Comune di Trieste. L’opera è stata più volte definita «strategica» dal sindaco Roberto Dipiazza. Permetterà infatti di ridurre i tempi di percorrenza tra l’altipiano e il centro cittadino, favorendo l’accesso a Trieste da nord e riducendo il traffico automobilistico, attraverso una modalità di trasporto valutata dall’ente locale «rapida», «ecologica» e «sostenibile».
3 Chi, invece, è contrario e con quali motivazioni?
Fin dai primi annunci il progetto ha incontrato il parere negativo delle forze di centrosinistra e di alcuni residenti dell’altipiano. A partire dai timori di questi ultimi, numerosi cittadini hanno dato vita al Comitato No Ovovia, contrario al progetto in quanto «inutile» e «impattante». La cabinovia, sostengono, non apporterebbe alcun beneficio alla salute né all’ambiente. Il passaggio dei piloni, peraltro, richiederà di disboscare parte del Bovedo (protetto dal vincolo Natura 2000). Per il Comitato, inoltre, l’opera non è sostenibile economicamente, in quanto per rientrare nelle spese richiederebbe un numero di passeggeri superiore al suo effettivo utilizzo.
4 Perché si parla di fondi alternativi al Pnrr?
Nel 2022 la cabinovia era stata inserita tra le opere finanziate dal Pnrr con 48,8 milioni di euro (sui 62 di spesa totale). Lo scorso luglio l’Unità di missione del Pnrr ha tuttavia espresso un parere di “inammissibilità” sul progetto, valutando negativamente il suo impatto ambientale (a differenza di Regione e ministero dell’Ambiente).
5 Quindi ci saranno fondi alternativi?
Formalmente la cabinovia risulta ancora finanziata dal Pnrr. È tuttavia probabile che nel nuovo decreto del Mit (di imminente pubblicazione) l’opera non figurerà più tra i progetti sostenuti da Bruxelles e che, contestualmente, il ministero tradurrà le risorse sotto forma di finanziamenti ministeriali alternativi. Il ministro Matteo Salvini ha assicurato che «i fondi sono già coperti».
6 A che punto è il procedimento?
La giunta comunale ha appena completato la procedura di Valutazione ambientale strategica, propedeutica a modificare il Piano regolatore per l’area del bosco Bovedo. Era infatti necessario recepire una serie di interventi di natura ambientale da realizzare in altri luoghi, per compensare l’impatto che la cabinovia avrà sul sito protetto.
7 Quali i prossimi passi?
Nelle prossime settimane il Consiglio comunale potrà quindi approvare la variante al Piano regolatore per il tratto di risalita sul Bovedo. Dopo il voto si apriranno due procedure parallele: il Paur (Provvedimento autorizzativo unico regionale) e la Conferenza dei servizi sul progetto definitivo.
8 Quale sarà il parere più atteso fra gli enti componenti della Conferenza dei servizi?
Quello della Soprintendenza, che ha già espresso critiche (in fase preliminare) per il passaggio dell’impianto a fune sul Porto Vecchio: tra le prescrizioni dell’ente c’era la richiesta di scartare le stazioni inizialmente disegnate da Fuksas, e quella di adeguare il posizionamento dei piloni al fronte dei magazzini vincolati. Tutte prescrizioni «già superate» in fase progettuale, ribadisce il Comune. Va inoltre sottolineato come nel corso della visita triestina del ministro Salvini, tanto quest’ultimo quanto il governatore Fedriga abbiano invitato la Soprintendenza a non ostacolare la fase autorizzativa.
9 Quali altri nodi rimangono?
Il 18 dicembre è prevista l’audizione davanti al Tar per tre ricorsi presentati dai cittadini contro la cabinovia (due dai residenti con il Comitato No Ovovia e uno dal cartello ambientalista Lipu-Legambiente-Wwf). C’è poi la questione delle linee dell’alta tensione in Porto Vecchio, che Terna chiede di spostare a fronte di una spesa di 984 mila euro più Iva e undici mesi di lavoro (il preventivo risale a marzo). L’intervento, precisano dal Comune, è «già coperto dai ribassi in fase di gara», aggiudicata dall’altoatesina Leitner a inizio 2023. —
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