Dogane, Italia e Cina siglano il patto Trieste-Shanghai
TRIESTE. Patto fra le dogane di Shanghai, Trieste e Venezia sulla Via della Seta. La metropoli cinese, primo distretto per volumi di operazioni doganali e primo porto al mondo per volume di traffico container, muove un passo deciso verso i porti adriatici. Contrasto alle frodi ma anche sviluppo dei traffici commerciali: questi gli obiettivi della firma del Memorandum d’intesa, che avrà efficacia fino al 2021, avvenuta ieri (lunedì 1 luglio) al massimo livello fra il direttore dell’Agenzia Dogane, Benedetto Mineo e il vice Ministro delle Dogane della Repubblica Popolare Cinese, Mr. Wang Lingjun.
L’accordo prevede contatti diretti tra il distretto doganale di Shanghai e la direzione regionale delle dogane di Trieste, Venezia e Ravenna: «Si tratta di un accordo importante che faciliterà il disbrigo delle pratiche doganali nei porti italiani ed in quelli cinesi. Porterà ad un miglioramento delle operazioni commerciali: è il tipo di intesa che sviluppa i rapporti tra Paesi in modo molto concreto e gli scambi che abbiamo tra Italia e Cina» ha detto il ministro dell’economia, Giovanni Tria.
Il Memorandum, sottolinea l’Agenzia Dogane, punta a «rendere più efficace il contrasto alle violazioni di carattere doganale che in passato hanno assunto particolare rilevanza sia per aspetti tributari (sotto-fatturazione, contrabbando e aggiramento dei dazi anti-dumping) sia extra-tributari (violazione dei diritti di proprietà intellettuale, traffico di rifiuti). Prevista l’organizzazione di «operazioni congiunte mirate al contrasto di specifici fenomeni illeciti e lo scambio di informazioni su spedizioni specifiche oggetto di valutazioni di rischio».
«Grazie a questa cooperazione rafforzata nei controlli «le merci dall’Italia arriveranno a Shanghai con tempi certi, minori costi e quindi le nostre aziende saranno più competitive. Per le merci che arrivano in Italia anche in questo caso sono previsti controlli più sicuri ed efficienti», chiarisce Mineo. Le facilitazioni previste prevedono scambi di informazioni che accelerano il sistema import-export prevedendo meno controlli per gli operatori economici ritenuti «affidabili». L’accordo segue un’analoga intesa di cooperazione sottoscritta in passato tra i porti di Genova e Tianjin e riguarda anche lo scalo di Ravenna.
Shanghai è il distretto doganale dove le autorità cinesi hanno introdotto in fase sperimentale tutte le innovazioni normative e procedurale degli ultimi sei anni. Da parte italiana la scelta dei porti del nord Adriatico si basa sul crescente interesse cinese sui porti del Nordest, e Trieste in particolare, come hub per le spedizioni da per la Cina dal centro Europa.
I rapporti commerciali fra Italia e Cina di fatto attraversano una fase di grande accelerazione. Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Italia-Cina I’export italiano all’ombra della Grande Muraglia ha superato per la prima volta i 20 miliardi di dollari con una crescita superiore al 22%. Non accadeva dal 2010. L'import italiano dalla Cina è invece pari a 29,28 miliardi di dollari (+10,24%) per un interscambio pari a 49,79 miliardi (+14,79%
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