Docenti e bidelli “fragili”: in Fvg uno su tre a rischio rientro
TRIESTE Un lavoratore su tre secondo la Cgil, addirittura uno su due per la Uil: è un esercito il potenziale gruppo di docenti e personale Ata che in Friuli Venezia Giulia, secondo i sindacati, potrebbe restare a casa in quanto ritenuto “fragile”.
Il che vuole dire soggetti a rischio Covid per le loro patologie o perché over 55, che chiedono di non rientrare a scuola a settembre. Con un’età media di 50 anni, sarebbero settemila circa i lavoratori che potrebbero chiedere l’esonero in 175 istituti: professori (su 15 mila in tutta la regione), amministrativi, tecnici e ausiliari (in totale 5 mila), dalle scuole dell’infanzia alle superiori. È la stima di Adriano Zonta, segretario regionale Flc Cgil Fvg: «Sono persone over 55 o affette da patologie che di solito non hanno un impatto pesante sul lavoro – spiega –. Ad esempio, chi ha l’asma. Però, in questo momento, potrebbe sentirsi a rischio Covid. Solo il 5% ha patologie gravi».
Per Ugo Previti, segretario regionale Uil Scuola Fvg, il totale di “fragili” raggiungerebbe il 50% del totale: «Bisogna ricordare che nella nostra regione sono molte le persone diversamente abili, con mansioni ridotte». I primi certificati di docenti e personale Ata in diversi istituti scolastici di Trieste sono già arrivati, ma i presidi sono ancora in attesa di nuove istanze e soprattutto di capire come sostituire questa ipotetica schiera di lavoratori “fragili” nel caso in cui ottenesse carta bianca per restare a casa.
Tale platea, però, potrebbe non essere poi così ampia, perché venerdì in un breve incontro il Comitato tecnico scientifico ha già messo delle soglie di sbarramento, prevenendo così possibili buchi di personale e stabilendo che sarà esentato solo chi ha patologie gravi, come un tumore, o per la cosiddetta “comoborsità” (la presenza di più malattie).
Le direttive verranno messe nero su bianco in un atto all’inizio di questa settimana. I profili dovrebbero, quindi, essere analizzati non secondo l’età della persona, ma in base allo stato di salute. L’iter da seguire per il docente o personale Ata che rientrerà nelle linee guida disposte per i lavoratori fragili prevede un confronto con il proprio medico di base e una visita straordinaria dal medico competente, che analizzerà solo i casi certificati dal primo.
Nel capoluogo giuliano, come detto, sono già pervenute richieste di esenzione da docenti e personale Ata. Sono otto quelle giunte sul tavolo di Monica De Carolis, preside dell’istituto comprensivo Marco Polo: «Si tratta di persone affette da malattie croniche respiratorie, ma c’è anche chi è appena uscito da un tumore». Al liceo scientifico Oberdan «non abbiamo ancora numeri definitivi – afferma il dirigente scolastico Maria Cristina Rocco –, si parla per ora di un paio di persone su 120 dipendenti Ata e professori. Certamente ci sono situazioni particolari, come accaduto per l’esame maturità».
Per ora sono arrivati «tre certificati, ma ne attendiamo almeno il doppio”, afferma invece Roberto Benes, preside dell’istituto comprensivo di via Commerciale. Mentre all’istituto Max Fabiani si è palesato per ora solo un caso di lavoratore “fragile”. «Forse è ancora presto – commenta la dirigente Tiziana Napolitano –, e poi comunque non abbiamo situazioni particolarmente gravi e l’età media del corpo docente è di 40 anni». All’istituto comprensivo San Giovanni è stato eseguito un monitoraggio: «Abbiamo inviato un circolare – spiega la preside Carmela Testa –. Abbiamo qualche persona a rischio, che già nel periodo del lockdown era stata esonerata dal servizio».
All’Isis Dante Alighieri di Gorizia nessun caso, per il momento: «Stiamo attendendo una nota dal ministero – conclude la vicepreside Marzia Battistutti – per capire la procedura corretta». —
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