Doccia gelata dal Miur. Turnover dimezzato nelle scuole del Fvg
Ne esce uno e ne entra mezzo. O meglio, trattandosi di persone (insegnanti di ruolo), ne escono due e ne entra uno. La Cgil mette in fila i numeri trasmessi dal ministero dell’Istruzione per il prossimo anno scolastico e, fatti i conti, denuncia un turnover dimezzato. Con il conseguente massiccio ricorso ai contratti a tempo. «È una scuola precaria e impoverita», denuncia il responsabile scuola Cgil-Flc Natalino Giacomini.
Docenti ed educatori
I dati ufficiali sono del Miur. Il contingente indicato dal ministero per docenti ed educatori da immettere in ruolo nella scuola italiana ammonta a 15.307 unità. Il 2,3% riguarda la nostra regione. Si tratta di 355 posti (compresi 11 educatori in provincia di Udine) divisi tra gli istituti per l’infanzia (64), le primarie (95), le secondarie di primo (87) e di secondo grado (98). Guardando al riparto tra province, 148 a Udine, 106 a Pordenone, 46 a Gorizia e 44 a Trieste.
Turnover dimezzato
Poco? Tanto? Secondo la Flc Cgil, che stima in 6-700 i pensionamenti annuali, «si tratta solo del 55% dei posti vacanti in regione resi disponibili dalle uscite dal mondo del lavoro». Come dire, appunto, che ogni due insegnanti di ruolo che lasciano le aule ne subentra uno solo. «Non bastano certo per garantire la funzionalità del sistema - sottolinea Giacomini -, con la conseguenza che il precariato continua a essere una soluzione abbondantemente utilizzata». Secondo i dati del sindacato, i precari della scuola Fvg sono 1.800. «Circa 400 verranno nuovamente utilizzati per le sedi vacanti causa dimezzamento del turnover - fa sapere ancora il sindacalista della Cgil -. Aggiunti gli incarichi temporanei, si arriverà a 7-800 docenti coinvolti in quello che possiamo chiamare il precariato nobile, con durata di lavoro annuale. Gli altri potranno sperare in un incarico per brevi periodi, nel caso di malattie o maternità».
Ata e sostegno
Non mancano altri ingressi stabili nel mondo della scuola. Sul personale Ata per l’anno scolastico 2014-15, le immissioni in ruolo in regione saranno 106 (47 a Udine, 24 a Pordenone, 22 a Trieste, 13 a Gorizia), il 2,3% del dato nazionale (4.556). Quanto invece al contingente fissato dal Miur sulle immissioni in ruolo dei docenti di sostegno, 13.342 a livello nazionale, il Friuli Venezia Giulia ne conta 183, di cui 75 a Udine, 52 a Pordenone, 29 a Gorizia, 27 a Trieste). «Una quota pari solamente al 1,37%», denuncia la Cgil. «Se da un lato si nota lo sforzo prodotto sui docenti di sostegno, sforzo che doveva sanare l’esiguo numero di immissioni sul sostegno negli anni precedenti - rileva Giacomini -, dall’altro risulta insufficiente il numero complessivo se consideriamo i posti vacanti e disponibili nelle scuole in rapporto ai precari che hanno una funzione strutturale per il funzionamento e che pertanto continueranno a rimanere tali».
L’assenza di progetto
Sommati insegnanti (344), educatori (11) e docenti di sostegno (183), si arriva a 538 immissioni di ruolo in Fvg. Ma, a rimanere assente, conclude il sindacato, è un vero progetto di riorganizzazione della scuola sul versante degli organici, della loro formazione, di un reclutamento diverso da quello attuale, «rappresentato da una prima fase sull’organico di diritto e, a un mese dall’inizio della scuola, dal suo completamento con l’adeguamento in fatto. Al punto che ogni anno sottoponiamo il sistema scolastico a una grande sofferenza». Quello che invece servirebbe «è una stabilità nella didattica e nel funzionamento organizzativo. C’è bisogno di risposte immediate e funzionali ai problemi delle supplenze, dell’attività di potenziamento dell’offerta formativa. Tutto ciò trova riscontro nell’organico funzionale con una durata di tre anni, la cui definizione porterebbe alla stabilizzazione di oltre un migliaio di precari in regione che risultano strutturali al funzionamento dell’attuale assetto del sistema scolastico».
Nel mirino c’è il governo: «Dopo aver sbandierato il superamento della precarietà come priorità del suo agire politico, prosegue in tutt’altra direzione, con buona pace dell’efficienza didattica e operativa delle scuole».
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