Divieti e regole: ecco gli spostamenti ammessi

TRIESTE Dalla movida al divano: la vita che cambia in un attimo. Ma anche la difficoltà di capire che cosa si può fare e che cosa no, di fronte a un decreto, quello dell’«io resto a casa» del governo impegnato nella battaglia contro il coronavirus, dall’interpretazione non sempre agevole. Nel sito di palazzo Chigi ci sono semplificazioni e chiarimenti. Ma, di fronte ai dubbi di come possano per esempio lavorare a un metro di distanza dal cliente parrucchieri, barbieri ed estetisti (una delle questioni non spiegate da Roma), il prefetto di Trieste Valerio Valenti spiega che, quando non si riesce a trovare una risposta al caso specifico, «bisogna andare alla ratio della norma che impone di assicurare ogni mezzo per evitare il contagio».
Fino al 3 aprile bisognerà innanzitutto abituarsi a servirsi dell’autocertificazione per gli spostamenti consentiti, quelli dettati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute (ma solo per le prestazioni indifferibili, sono sospese tutte quelle non urgenti, sollecitate invece le donazioni di sangue).
La prefettura di Trieste, nell’avvertire che il virus «non fa distinzioni di età», ha diramato una nota in cui si invitano i cittadini appunto ad autocertificare la sussistenza delle tre situazioni che giustificano l’uscita dalla propria abitazione. Il modello è disponibile nel sito del ministero, e in numerosissimi siti internet, ma sarà anche possibile compilare la dichiarazione consegnata al momento di un eventuale controllo da parte delle forze di polizia, compresa quella municipale.
Il consiglio è comunque di preparare per tempo l’autocertificazione (che potrebbe essere verificata ex post, la non veridicità costituisce reato) per evitare un aggravio di lavoro agli agenti. Per chi deve fare lo stesso spostamento ogni giorno è sufficiente un unico modulo. Lo stesso vale per chi ha esigenze familiari quotidiane, le cosiddette situazioni di necessità, equiparate al fare la spesa.
E dunque un nonno può vedersi arrivare a casa i nipoti se i figli lavorano, un genitore separato può andare a prendere il figlio dall’ex coniuge, un figlio può andare ad assistere il genitore anziano. In tutti questi casi è consentito lo spostamento anche da comune a comune, e dunque il residente a Muggia potrà regolarmente guidare in direzione Trieste. Non ci fosse però la necessità di muoversi, anche le attività non vietate, come correre o andare in bicicletta, andranno fatte entro i confini di residenza, e rispettando la distanza interpersonale di un metro.
Quanto agli allenamenti, li potranno continuare solo gli atleti professionisti, non gli amatori che, pur essendo iscritti alle federazioni, tesserati e magari qualcuno con certificato di idoneità agonistica in tasca, fanno sport per passione. Per loro sono ovviamente sospesi sedute in palestra e corsi. La distanza di un metro che vale per i podisti è il paletto fondamentale per baristi e ristoratori che potranno lavorare dalle 6 alle 18, ma saranno anche tenuti a distanziare i clienti (è prevista la sanzione della chiusura dell’esercizio da 5 a 30 giorni). Chi non ci riesce, per condizioni strutturali o organizzative che non lo consentono, non potrà aprire. Non è tuttavia escluso il servizio a domicilio. La pizzeria, pur costretta allo stop delle 18, potrà organizzarsi in modo da consegnare al privato, nella sua abitazione, non nel locale, margherita e capricciosa.
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— Protezione Civile FVG (@ProtCivReg_FVG) March 10, 2020
Nei fine settimana niente centri commerciali e, da oggi, niente piste da sci. Caso a parte quello dei pub. Il divieto previsto dal Dpcm riguarda lo svolgimento di attività diversa dalla somministrazione di cibi e bevande. Fino alle 18, e sempre nel rispetto della distanza interpersonale di un metro, è perciò possibile vendere birra e panini sospendendo attività ludiche ed eventi aggregativi come musica dal vivo e proiezioni su schermi. —
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