Diventa resort a 5 stelle l’ex albergo voluto da Tito

Lo Jadran a Tucena fu il primo hotel costruito sulle coste adriatiche della Jugoslavia Datato 1948, da decenni è in rovina. Al via una ristrutturazione da 12 milioni di euro
Di Andrea Marsanich

SPALATO. Da struttura fatiscente abbandonata per decenni al degrado, a impianto a cinque stelle che punta a diventare uno dei punti cardinali dell'offerta turistica in Dalmazia. È il destino al quale sta andando incontro quello che fu il primo albergo costruito nel dopoguerra nelle regioni adriatiche della Jugoslavia di Tito. Eretto nel 1948, l’hotel Jadran di Tucena (Tu›epi in croato) era l'orgoglio della "classe proletaria jugoslava", che però poteva guardare soltanto da lontano l'hotel, riservato allora ai potentati del Partito comunista e ai dirigenti dei servizi segreti. A costruire l'impianto, dislocato in un luogo deserto a poca distanza da Tucena, lungo la riviera di Macarsca (regione di Spalato), furono i prigionieri di guerra tedeschi, mandati poi a casa nel 1949.

Caduto in rovina oltre vent’anni fa, lo Jadran è ora destinato a ben altra sorte. Su progetto dell'architetto Lea Aviani, i lavori di rifacimento dell'albergo - di proprietà della Bluesun Hoteli - partiranno alla fine di questo mese. «L'opera di ristrutturazione - ha detto Jako Andabak, detentore della maggioranza della Bluesun - sarà portata a termine entro l'inizio di maggio 2017. I lavori costeranno circa 12 milioni di euro e riporteranno in vita una struttura che avrà 161 stanze lussuose, 11 appartamenti ciascuno con piccola piscina, 4 bar, tre ristoranti, altrettante grandi piscine, fitness, centro benessere all'aperto e indoor e una spiaggia privata, grazie al contratto di concessione».

Bluesun Hoteli fa parte della catena internazionale Tui Blue che possiede alberghi in Italia, Germania, Spagna e Turchia e che con il nuovo Jadran farà il suo ingresso in Croazia. Andabak ha rilevato ancora che l'investimento di 12 milioni di euro si traduce in una spesa media di 70 mila euro per ogni stanza, cifra che dovrebbe venire ammortizzata in capo a dieci anni. «Abbiamo di fronte una struttura in sfacelo - ha annotato Andabak - ma per il futuro albergo abbiamo già molte prenotazioni».

Queste dunque le prospettive per il primo impianto turistico di epoca titina, nato quasi 70 anni fa. Ce ne sono altri, che vennero approntati negli anni successivi nella Jugoslavia comunista e per lungo tempo furono celebrati quali «conquiste della classe lavoratrice». Alcuni oggi sono in rovina, come i complessi Kupari (regione di Ragusa) e Haludovo (isola di Veglia, regione fiumana), mentre l'Uvala Scott, nel comune di Portorè a poca distanza da Fiume, si trova ancora in salute. L'hotel Rixos Libertas, a poche centinaia di metri dal nucleo storico di Ragusa (Dubrovnik) e per anni una specie di immondezzaio, è stato invece ristrutturato come quattro stelle nel 2007. La sua sorte potrebbe essere seguita da altri alberghi, villini, case di riposo e appartamenti costruiti negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso e ora vuoti e abbandonati.

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