Diurovic: «Pochi vogliono restare in Serbia, il loro sogno è l’Europa»
ZAGABRIA. Il Centro di aiuto ai richiedenti asilo (Apc/Cza) di Belgrado sta cambiando la sua missione. Originariamente nato per facilitare le pratiche amministrative dei rifugiati in cerca di protezione, il Centro si vede sempre più obbligato a fornire un aiuto umanitario, psicologico e sociale ai profughi in transito sul suolo serbo. Radoš Diurovic è il direttore del Centro.
Nelle ultime settimane, il governo serbo sembra smarcarsi positivamente rispetto ai suoi due vicini, la Macedonia e l'Ungheria, che invece reagiscono duramente contro i migranti. É così? Sì, è l'impressione che abbiamo anche qui. Il governo di Aleksandar Vucic ha scelto di adottare un approccio "umanitario" alla questione dei migranti, per usare le parole dello stesso Primo ministro. Ma, ovviamente non si tratta di un semplice gesto di umanità. Vucic ha capito che l'opinione pubblica e i media qui sono generalmente ben disposti rispetto ai richiedenti asilo e ha adattato la sua retorica di conseguenza. All'inizio, anche il nostro premier aveva delle posizioni filo-ungheresi e parlava di "proteggere le frontiere".
Si tratta solo di retorica o c'è stato qualche fatto concreto? Per il momento, sono stati aperti due centri di accoglienza a Preševo, nel Sud del Paese, e a Kanjiža, nell'estremo Nord. Si tratta di semplici luoghi di transito: nel primo non si può nemmeno dormire, ci si resta solo un paio di ore, mentre nel secondo è offerta un po' più di assistenza e ci sono delle tende, senza letti. Manca però un supporto lungo la strada, in particolare a Belgrado, dove i migranti si ammassano davanti alla stazione degli autobus. Il governo ha assicurato che costruirà a breve un nuovo centro, ma resta da vedere quel che farà.
Oltre a questi due punti di accoglienza, ci sono cinque centri di asilo in Serbia. Sono utilizzati dai migranti? Sì, ci sono cinque centri a Krnjaca, Bogovaca, Sjenica, Banja Koviljaca e Tutin, ma sono tutti mezzi vuoti. Le persone non vogliono restare in Serbia e questi centri non si trovano sull'asse principale che porta dalla frontiera macedone a quella ungherese. Inoltre, tutti i trafficanti di esseri umani e quelli che vogliono guadagnare dei soldi sulle sofferenze e le miserie di questa gente dicono loro di restare vicino alle città, nei parchi, perché altrimenti non saranno al sicuro, saranno derubati o addirittura incarcerati nei centri di asilo. É difficile convincerli del contrario.
Come si comportano i rifugiati una volta entrati in Serbia? Quelli che passano per Preševo ottengono un documento che permette loro di muoversi nel paese per 72 ore. Si tratterebbe del tempo necessario per recarsi ad uno dei cinque centri di asilo, dove depositare la propria richiesta, ma, in realtà, serve a viaggiare liberamente fino all'Ungheria.
Quanti di questi rifugiati fanno effettivamente richiesta di asilo in Serbia? Meno dell'1%. É veramente una percentuale insignificante. Tutti vogliono continuare la propria rotta. Dopo aver fatto migliaia di chilometri, non vogliono fermarsi qui, vogliono arrivare nell'Unione europea.
Se volessero, sarebbe facile ottenere l'asilo in Serbia? No, forse per i siriani. Ma la procedura dura comunque moltissimo, questo è un altro dei motivi che li spinge a continuare verso l'Ungheria. Ma la ragione principale è che non vedono la Serbia come uno stato di destinazione.
Che cosa pensa che succederà una volta costruito il muro alla frontiera ungherese? L'unica conseguenza certa è che aumenteranno i prezzi dei trafficanti. E la gente sarà costretta a restare più a lungo in Serbia, con tutto ciò che questo implica: nuovi problemi di natura umanitaria, esposizione alle intemperie… Tutto diventerà più pericoloso. Ecco perché stiamo spingendo il nostro governo ad accelerare sulla costruzione di un centro di accoglienza, l'inverno arriverà presto.
Pensa che i migranti cercheranno di passare per la Croazia o per la Romania? Può darsi, o cercheranno di tagliare la rete. Ad ogni modo, non è da escludere che assisteremo a scene come quelle viste nei giorni scorsi tra Grecia e Macedonia. Il No man's land serbo-ungherese diventerà un posto pericoloso se i rifugiati si vedranno respinti.
Budapest ha il diritto di respingere queste persone con un muro? No. L'Ungheria ha diritto ad intercettare i migranti appena entrano sul suo territorio e, infatti, li arresta quasi tutti. Le regole previste dalle Nazioni Unite e da Schengen assicurano ai rifugiati il diritto di fare la propria domanda di asilo nel paese e Budapest non può respingerli alla frontiera
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