Sequestrata all’autoporto di Gorizia una discarica abusiva di rifiuti: multa da 12 mila euro
Operazione congiunta di Guardia di Finanza e il Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale (Noava) del Corpo forestale regionale: «Lasciati in un magazzino da una ditta che non pagava l’affitto»

Hanno lavorato a braccetto la Guardia di Finanza di Gorizia e il Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale (Noava) del Corpo forestale regionale. E hanno posto sotto sequestro quella che viene definita una «discarica abusiva nella quale erano stoccate circa 300 big bags contenenti materiali giuridicamente classificati come “rifiuti”».
Il comunicato non entra molto in profondità e, riguardo all’ubicazione del sito parla, genericamente, di un centro della provincia di Gorizia che consta di qualcosa come 25 Comuni. Ma, alla fine, si è potuto scoprire che l’ammasso di materiale era (ed è) stoccato nell’ambito dell’Autoporto di Gorizia.
Non solo. L’attività investigativa, svolta sotto l’egida della Procura della Repubblica di Gorizia, ha portato a deferire alla locale Autorità giudiziaria, per illeciti penali previsti dal decreto legislativo 152/2006 (Testo unico ambientale), il rappresentante legale della Sdag, ovvero Giuliano Grendene.
Ed è lui a raccontare, con grande trasparenza, come sono andate le cose. L’avviso di garanzia non è cosa di oggi ma risale all’agosto dello scorso anno. «Il materiale posto sequestro è costituito da scarti e trucioli di cavi elettrici - spiega l’amministratore unico della società di gestione dell’autoporto -. È di proprietà di un’azienda slovena che aveva affittato un magazzino nell’area dell’autoporto. Ad un certo punto, questa ditta è sparita e non ha pagato più l’affitto. La nostra società, che aveva la necessità di mettere a reddito quegli spazi, ha spostato tutto il materiale nell’area delle vecchie (e inutilizzate) stalle. Prima, però, abbiamo approfondito la natura di quegli scarti che non sono risultati né pericolosi né inquinanti. Prima di dare il via libera al loro spostamento in un altro sito dell’area autoportuale, infatti, sono state effettuare le doverose analisi».
Quindi, per Grendene e la Sdag, il sequestro è stato una sorpresa. Amara. «Quello, lo ripeto, è materiale frutto di un contenzioso con una ditta che avrebbe dovuto pagarci l’affitto per l’utilizzo di quel magazzino e di cui abbiamo perso le tracce. Abbiamo già smaltito metà di quegli scarti. Peraltro, mi risulta che la stessa azienda abbia lasciato, in totale abbandono, assai più materiale (si parla di 2 mila sacchi) nella vicina Slovenia. Il problema riguarda, quindi, solo in una piccola parte il territorio italiano. Per quanto ci riguarda, ci è stata comminata una sanzione amministrativa di 12 mila euro».
La Sdag - relativamente al materiale stoccato negli spazi delle vecchie stalle - afferma che si tratta di 200 contenitori mentre, nel comunicato congiunto di Noava e Guardia di finanza di Gorizia, si parla di 300 big bags.
Nella nota ufficiale del sequestro si legge ancora: «La precisa qualificazione tecnico/giuridica degli scarti ritrovati è stata raggiunta grazie alle analisi effettuate da tecnici qualificati appartenenti all’Arpa Fvg, interpellati per gli aspetti tecnici dell’intervento operativo. L’impegno profuso per garantire in Friuli Venezia Giulia la salvaguardia del territorio da possibili illeciti di natura eco-ambientali, oltre a quelli di tipo economico-finanziari, ha portato la Guardia di finanza e il Corpo forestale regionale a stringere una sinergia operativa in materia di polizia ambientale, al fine di valorizzare e mettere a sistema le relative specifiche competenze, a beneficio delle collettività».
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