Disagio minorile, sempre più famiglie chiedono aiuto
Salito il numero dei giovanissimi assistiti dal comune di Trieste. Aumentano affidi e sostegni economici
Cambia la strategia - meno ricoveri nelle comunità d'accoglienza, più ricorsi all'istituto dell'affido - ma l'urgenza resta. A Trieste la "fame" di assistenza psicologica, relazionale ed economica rivolta ai minori e ai loro genitori non accenna a diminuire. Al contrario, in tempi di crisi, si fa sempre più pressante e richiede risposte nuove. Non tanto, e non solo, sul fronte degli interventi sostitutivi delle famiglie, bensì su quello più complesso della prevenzione del bisogno. Assistenza territoriale A questa filosofia si è ispirata nel 2010 l'azione dei soggetti impegnati nell'aiuto a bambini e ragazzi in difficoltà, a partire dal Comune. Che, attraverso il Servizio minori, ha puntato gran parte delle proprie energie sull'assistenza a livello territoriale.
Un impegno, spiegano gli addetti ai lavori, che ha permesso di intercettare e affrontare ancora più situazioni di disagio, superando così abbondantemente il dato dei 1.150 minori assistiti nel 2009. Gli strumenti Nel giro di un anno quindi la domanda è cresciuta (l'incremento preciso però non è ancora disponibile), ma è parallelamente aumentata la capacità di mettere in campo strumenti diversi: assegni di maternità (passati dai 170 del 2009 ai circa 200 dello scorso anno), sussidi per gli affitti, alloggi riservati alle mamme single, percorsi di accompagnamento al lavoro per i genitori senza reddito. «Soluzioni pensate proprio per far fronte alle emergenze abitative e occupazionali delle famiglie di cui, a Trieste, registriamo un continuo aumento - commenta l'assessore alla Protezione sociale Carlo Grilli -. L'obiettivo è percorrere ogni strada che consenta al minore di restare in casa con i propri genitori».
Ricoveri in calo Un'impostazione confermata dal calo dei ricoveri. Nel 2010 i minori tolti alle famiglie e affidati a una comunità d'accoglienza (il Comune ne gestisce una decina) sono stati 123 a fronte dei 132 del 2009, mentre le mamme ospitate nelle case-alloggio sono scese da 23 a 21. Il distacco, quindi, avviene sempre più di rado e scatta solo quando il Tribunale dei minori accerta gravi situazioni di violenza. Affidi in aumento Ad aumentare in maniera significativa, invece, sono gli affidi. Nel 2010 i minori accuditi part-time da famiglie affidatarie sono stati 114 a fronte degli 84 del 2009, mentre quelli dati in affido a tempo pieno sono passati da 60 a 65. In leggero aumento anche i casi presi in carico da semiconvitti (da 47 a 49). «Puntiamo sull'affido malgrado il grosso impegno che questa formula richiede - spiega Ada Murkovic, direttore dell'Area Protezione sociale -. Bisogna offrire supporto alle famiglie, verificare l'esistenza di condizioni adeguate alle esigenze dei minori, garantire aiuto ai nuclei più fragili».
I Distretti dell'Ass A misura di minore poi i tanti servizi garantiti dai Distretti dell'Azienda sanitaria: dai consultori alle sinergie col Dipartimento delle dipendenze. «Mettiamo in campo tanti strumenti - spiega Oscar Dionis, responsabile del Servizio tutela infanzia del Distretto 2 -, perché tanti sono i bisogni psico-sociali e psico-patologici dei giovanissimi: 685 assistiti a cui nel 2010, abbiamo fornito 9733 prestazioni». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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