Disabilità, pronti 20 mila euro destinati al “Progetto Sollievo”
Finanziamenti in arrivo da parte della Fondazione Carigo per il progetto “Sollievo”, che si propone di sostenere le famiglie dei malati non autosufficienti e i disabili.
Secondo una recente determina del Comune, la fondazione bancaria per il biennio 2019/2020 ha assegnato all’iniziativa 20 mila euro.
Ciò segue a una richiesta presentata lo scorso maggio da parte del Comune di Gorizia, ai sensi del bando pubblicato dalla Fondazione stessa per l’anno 2019 con riferimento al Settore volontariato, filantropia e beneficenza. A giugno la Carigo ha poi deliberato l’erogazione di un contributo di 50 mila euro per la realizzazione del progetto. Tra le sue modalità di attuazione, è prevista la possibilità per i familiari che assistono a casa persone non autosufficienti, in particolare coloro che sono affette da disturbi della demenza e coloro che sono portatori di grave disabilità, di poter contare su alcune ore settimanali di “sollievo”.
In sostanza si affidano i propri cari a persone preparate mediante l’erogazione di pacchetti di ore gratuite di assistenza domiciliare. Il servizio viene assegnato in base a un albo di soggetti accreditati al servizio domiciliare, certificato dal Servizio sociale dei Comuni dell’Alto e Basso Isontino. I soggetti implicati in questa specifica operazione sono una serie di cooperative: la Codess sociale, la Ancora servizi, il Consorzio Fhocus, la Euro&Promos social health care e la Cooperativa Itaca.
Il Servizio sociale dei Comuni ha stipulato un contratto con ogni ditta iscritta all’Albo. Sono accordi con validità quadriennale che decorrono dal giorno della stupula, eventualmente rinnovabile per ulteriori tre anni. I 20 mila euro della Fondazione Carigo verranno in sintesi così assegnati: 5.500 euro alla Codess sociale, 4.500 alla Ancora servizi, 3 mila al Consorzio Phocus, 4 mila alla Euro&Promos social healt care, 3 mila alla Società cooperativa Itaca. «Generalmente l’assistenza prestata dagli operatori dei Servizi si rivolge alla persona parzialmente o completamente non autosufficiente, ma non si occupa del famigliare che lo assiste – ha rimarcato durante una delle presentazioni del progetto Silvana Romano, assessore comunale al Welfare -. Tuttavia va tenuto in conto che se la persona malata gestita a domicilio non è un costo per la sanità, potrebbe diventarlo il famigliare esposto in modo continuativo a condizioni di stress fisico e psicologico».
In particolare, l’obiettivo, espresso a suo tempo dall’assessore, è sostenere quei soggetti che non possono contare su una rete familiare allargata, ma anche supportare i casi in cui chi si occupa dell’assistenza ha un’età avanzata. —
E.M.
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