Disabili a scuola, tutti contro Fontanini
Un coro di critiche dopo le affermazioni del leader leghista sui ”ritardi” didattici causati nelle classi con scolari disabili. Renzo Tondo:«Gli è scappato il piede sull’acceleratore»
Pietro Fontanini
TRIESTE «Gli è scappato il piede sull’acceleratore». Renzo Tondo critica Pietro Fontanini, ma non è il solo. Sul presidente della Provincia di Udine e la sua proposta di «percorsi differenziati» per i disabili a scuola arriva una raffica di critiche. A contestare, dopo Vladimir Kosic, Paolo Ciani e tutto il Pd, sono anche l’Udc, Rifondazione che chiede, come il Pd di Udine, le dimissioni di Fontanini, e il sindacato. La Lega si divide. Ritardi nel programma nelle classi con disabili? Meglio, per loro, classi separate? Fontanini, il giorno dopo, afferma: «Non parlo». Ma le sue dichiarazioni continuano a scatenare reazioni. Tondo, citando una delle sue prime esperienze pubbliche, la presidenza del Campp, consorzio che si occupa proprio di disabilità, si dice d’accordo «con la piena integrazione dei disabili» e boccia la soluzione ipotizzata da Fontanini.
A parziale giustificazione il governatore dà atto al segretario della Lega di aver sollevato un problema irrisolto, quello della carenza di insegnanti di sostegno: «Sarebbe ipocrita non riconoscere che il taglio dei fondi penalizza il settore. Verificherò con l’assessore Kosic e, se necessario, cercheremo di intervenire anche in termini di risorse». Se l’Udc, con Angelo Compagnon, auspica che «non sia vero quanto riportato dalla stampa, perché sarebbe molto grave», dalla Lega arrivano commenti contrastanti.
Il sottosegretario Francesca Martini, che pure ricorda Fontanini compagno di banco alla Camera «equilibrato e sensibile», sottolinea che «le persone con disabilità fisica rappresentano sempre un arricchimento del bagaglio della classe, dato che la scuola non è solo trasferimento di nozioni ma anche educazione». Ma dal friulano Mario Pittoni, responsabile scuola al Senato del Carroccio, arriva sostegno a Fontanini: «Ha ragione chi sostiene che l’abolizione delle classi differenziali ha avviato un percorso apprezzabile di integrazione, ma è altrettanto vero che ci sono situazioni difficili da gestire. Il presidente della Provincia, da ex insegnante, ha aperto una discussione su un argomento che altri trovano comodo ignorare, portando l’esempio di un Paese come la Germania, dove impostazioni diverse danno comunque buoni frutti. Il vero scandalo sta nell’utilizzo strumentale di luoghi comuni a fini di propaganda politica contro chi chiede che si affrontino questioni delicate».
Ma dall’opposizione giungono richieste di dimissioni. Le proporrà il Pd in Provincia, anticipa il capogruppo Francesco Martines (che si stupisce del silenzio del mondo cattolico). E Kristian Franzil, segretario di Rc, concorda: «Se Fontanini non riesce ad avere un profilo istituzionale si dimetta dalla Provincia e si dedichi al suo partito. La Lega propone ghetti ovunque ha l’occasione d’intervenire, senza preoccuparsi delle sensibilità delle famiglie e delle persone». Franco Belci giudica «grottesco il tentativo di Fontanini di correggere il tiro». C’è da chiedersi, continua il segretario della Cgil, «quale sia il senso delle istituzioni di questi esponenti leghisti: dopo Ballaman, Fontanini si batte per una selezione che porti al perfetto esemplare del ”friulano”».
Carlo Grilli, assessore comunale di Trieste al welfare, con un figlio disabile, invita «a prendere atto che i disabili aumentano valori, accoglienza e fratellanza: è molto più ciò che donano alla classe di quello che ricevono».
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