Direzione del lavoro: sede da Trieste a Venezia

I dipendenti lanciano l’allarme: chiuderanno gli uffici di via Battisti «Cittadini costretti a migrare in Veneto, trenta posti d’impiegato a rischio»
Di Gabriella Ziani
Lasorte Trieste 13/09/09 - Via Battisti, Banca Unicredit
Lasorte Trieste 13/09/09 - Via Battisti, Banca Unicredit

I dipendenti della Direzione regionale del lavoro lanciano l’allarme: chiude la sede di Trieste. Verrà accorpata a Venezia. Sarebbe questo lo schema di riorganizzazione deciso dal ministero del Lavoro: fusione delle direzioni regionali. Venezia dovrebbe accentrare il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e le Marche. «Un bel “servizio” per i cittadini - affermano i dipendenti reduci da un’assemblea - che dovranno emigrare a Venezia per avere, forse, la gestione dei ricorsi amministrativi, l’abilitazione alle professioni di consulente del lavoro, il conferimento delle stelle al merito del lavoro, il “team” di ispettori del lavoro che sorvegliano la salute e la sicurezza, oltre che il lavoro nero». La Direzione lavoro ha coordinato anche la raccolta dati degli esodati e si occupa di numerose altre incombenze, per esempio conciliazioni del lavoro, provvedimenti relativi alle maternità a rischio per le donne lavoratrici, autorizzazione al lavoro minorile per lo spettacolo.

Sarebbero 80 le posizioni a rischio in Fvg, una trentina a Trieste, 300 a livello nazionale, «mentre il risparmio dove sia non si sa» protestano gli impiegati affermando di essere «in affitto in locali Inps a canone ribassato». Dicono che in una sede accentrata servirebbero più dirigenti, mentre per risparmio bisognerebbe al contrario calarne il numero.

Tra i temi di denuncia, anche il ventilato rinforzo, si dice, «della struttura romana in danno a quella del territorio». I dipendenti chiedono che il ministero faccia marcia indietro, e che vi sia «una precisa presa di posizione per arrestare il processo di destrutturazione degli uffici regionali del ministero del Lavoro, garantendo la presenza dello Stato». Acclusa richiesta di rivedere le posizioni dirigenziali: «A Roma un dirigente ogni 13 dipendenti, da noi uno ogni 73».

Nell’ultimo report di attività la Direzione del lavoro di Trieste afferma di aver trattato, nel 2012, 410 controversie del lavoro, e a partire dal luglio 2012 anche 108 controversie per licenziamento. Ha autorizzato 146 minori impegnati in spettacoli teatrali, “fiction”, opere liriche e balletti. Dopo le leggi per la salvaguardia dei lavoratori cosiddetti “esodati” è stata la Direzione del lavoro a istituire la commissione composta da due suoi funzionari e uno dell’Inps per esaminare le domande: 142 pervenute ed evase.

Ma ancora maggior lavoro l’ufficio ha fatto in fase di controllo: 456 aziende visitate, di cui 216 trovate irregolari (120 nel settore terziario, 82 nell’edilizia, 14 in industrie). Le ispezioni sono state 466, con la verifica di 2707 posizioni lavorative. Irregolarità riscontrate: 673. Sono state comminate 127 maxisanzioni, dice il rapporto, per lavoro nero (la maggiore incidenza nel settore terziario). Lavoratori coinvolti in appalti illeciti ne sono stati trovati 62, mentre 122 erano assunti con contratti impropri. Quanto all’evasione, ne è stata riscontrata per oltre 3 milioni. Recuperato 1 milione abbondante di contributi evasi.

La Direzione lavoro ha controllato infine gli alberghi per verificare che servizi eventualmente esternalizzati si reggessero su contratti adeguati. «Su 10 aziende ispezionate - diceva il report - solo 6 hanno servizi in appalto e non sono state accertate violazioni».

A fronte di tutte questa sorveglianza i dipendenti protestano: «Siamo stufi di riorganizzazioni di facciata che mirano - dice la loro nota - solo a tutelare la casta e il potere e non garantiscono i servizi ai cittadini».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo