Diploma superiore? Per trovare lavoro è meglio della laurea

L’Osservatorio provinciale: molto richiesti i titoli tecnici, più gettonate le figure per i settori commercio e servizi
Di Elena Placitelli

Le imprese della provincia di Trieste cercano più diplomati che laureati. Su 10 assunti, quattro in media hanno un diploma di maturità superiore e neanche due un titolo universitario.

Lo dice l’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro, alle prese con l’analisi del fabbisogno delle imprese rispetto all’offerta formativa e scolastica di Trieste. Secondo la ricerca, condotta nel 2012 sul territorio provinciale, le imprese cercano diplomati nel 41% dei casi, mentre la richiesta di laureati copre uno spicchio ben più stretto, fermo al 16%. I laureati sono perfino meno appetibili di quanto lo siano i lavoratori con la licenza media (richiesti al 31%), mentre il 12% è dato dalla domanda di coloro che sono in possesso di una qualifica professionale. Come a dire che il sogno delle passate generazioni è definitivamente archiviato: se fino a qualche decennio fa si pensava che ottenere la laurea equivalesse alla certezza di trovare un lavoro, ora la prospettiva risulta completamente rovesciata. Più lungo è il percorso di studio, più difficile è trovare un posto di lavoro.

«Meglio scegliere di imparare a fare un mestiere», suggerisce la referente dell’Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia, Francesca Pedron. E il consiglio torna particolarmente utile adesso che siamo in periodo di le iscrizioni alle scuole superiori. Se è vero che in tempi di crisi le famiglie degli alunni di terza media sceglieranno la scuola superiore con un occhio di riguardo ai possibili sbocchi occupazionali, l’assessore provinciale al Lavoro e alle politiche formative Adele Pino mette comunque le mani avanti: «Seguire le proprie passioni, le proprie aspirazioni e i propri talenti resta fondamentale per la crescita di un individuo – afferma - e in ogni caso avere una buona formazione di base premia sempre, perché permette di riciclarsi continuando a essere appetibili in un mercato del lavoro in continua mutazione».

Se a oggi non si può prevedere il quadro occupazionale che si avrà tra cinque anni, non resta però che basarsi sulla fotografia attuale, chiedendosi quale diploma venga al momento più richiesto dalle imprese. Dalla ricerca emerge che i diplomati più richiesti hanno una professione tecnica in mano, una qualifica nel lavoro d’ufficio, nelle attività commerciali e nei servizi; oppure sono artigiani e operai specializzati. Nel 2012 le imprese hanno chiesto 810 diplomati e nel 22% dei casi sono stati difficili da reperire sia gli impiegati addetti ai movimenti di denaro e all’assistenza clienti, sia i qualificati nelle attività commerciali e i tecnici nel campo scientifico e produttivo.

Quali le figure più richieste? In un territorio in cui i servizi sono più sviluppati del settore industriale, il primato spetta alle professioni qualificate nelle attività commerciali, ricettive e della ristorazione, nei servizi di sicurezza, di pulizia e alla persona: questo tipo di professioni sono infatti state ricercate dalle imprese nel 34% dei casi. Seguono (21%) le professioni non qualificate nel commercio e nei servizi, nella manifattura, nelle estrazioni minerali e nelle costruzioni. Con il 13% delle domande, al terzo posto troviamo i tecnici delle attività amministrative, finanziarie, commerciali e anche dei campi scientifico, elettronico e produttivo, oltre che delle scienze della salute e della vita. Poi (12,3%) le professioni esecutive nel lavoro d’ufficio; mentre l'8,2% delle domande è rivolto ai conduttori d’impianti e agli operai di macchinari.

Ultimi posti invece per le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (6,2%); per artigiani, operai specializzati e agricoltori (4,1%); e fanalino di coda infine per i dirigenti (0,5). «Ecco che dimostrare di “saper fare” – riprende Padron - è la carta vincente per trovare un lavoro. È vero che vengono assorbiti anche coloro che escono dalla scuola dell’obbligo, ma se non dimostrano specifiche competenze è facile che vengano rispediti indietro. Le donne sono penalizzate - chiosa - anche perché sono soprattutto maschi gli studenti che scelgono gli istituti geometri, nautico, tecnici e sanitario».

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